Bruno Zevi è una figura poliedrica la cui influenza trascende il mondo dell'architettura per abbracciare la sfera politica e sociale. Nato a Roma nel 1918, Zevi ha dedicato la sua vita alla promozione di un'architettura organica, ispirata ai valori della libertà politica e della giustizia sociale. Il suo ritorno in Italia nel 1943 segna l'inizio di...
Trecastagni: un gioiello culturale alle pendici dell’Etna
In Sicilia Orientale, adagiata sulle
fertili pendici dell'Etna, in provincia di Catania, si trova Trecastagni, una cittadina che
incarna la quintessenza della cultura siciliana e la devozione
religiosa. Conosciuta per il suo paesaggio idilliaco e la ricca
storia, Trecastagni è un luogo dove tradizione e fede si intrecciano
in un mosaico vivace e folkloristico.
Il culto dei Santi Alfio, Filadelfo e
Cirino
Al centro della vita culturale di Trecastagni si trova il culto dei Santi Alfio, Filadelfo e Cirino, tre fratelli martiri venerati per il loro coraggio e la loro fede incrollabile. Il loro culto ha radici profonde, risalenti al martirio avvenuto a Lentini nel 253 dc. La devozione a questi santi si manifesta in modo particolare durante la festa annuale, un evento che attira fedeli e curiosi da tutta la regione.
Il Santuario: un legame con il divino
Il Santuario dei Santi Martiri Alfio, Cirino e Filadelfo è il cuore pulsante di Trecastagni. Questo edificio sacro, progettato in stile romanico lombardo dall'architetto Alfio Torrisi, è stato completato nel 1884 e rappresenta un punto di riferimento spirituale per la comunità. Il santuario è stato elevato a tale status nel 1928, a seguito del massiccio afflusso di fedeli.
Il Museo Ex-Voto: testimonianze di fede
Accanto al santuario si trova il Museo Ex-Voto, una collezione unica di offerte votive che i pellegrini hanno donato ai santi in segno di gratitudine per le grazie ricevute. Questi oggetti, che spaziano da semplici disegni a opere più elaborate, sono una testimonianza tangibile della fede e della cultura locale.
Trecastagni non è solo una
destinazione turistica; è un luogo dove la storia, la cultura e la
spiritualità si fondono per creare un'esperienza indimenticabile.
La cittadina continua a essere un punto di riferimento per chi cerca
un contatto autentico con le tradizioni siciliane e un momento di
riflessione spirituale.
I LUOGHI DEL CUORE
Il Mulino a vento di Trecastagni è un'antica torre circolare che sorge in una splendida posizione panoramica con vista sull'Etna e sul mare. Questa struttura ha una storia affascinante e complessa.
Costruita sui resti di un edificio di epoca romana, originariamente era una torre di avvistamento contro le incursioni dei pirati saraceni. Si ritiene che la costruzione della torre sia antecedente all'invasione saracena. In seguito, sotto il dominio Normanno, fu adattata a mulino a vento. Ancora oggi, nel primo piano esistono le macine in pietra.
Verso la fine del XVI secolo, il mulino divenne proprietà privata e fu donato alla Chiesa di S. Alfio. Da allora, è stato utilizzato come deposito per i cannoni che sparano salve in segno di gioia nei giorni di festa. Un antico ritornello siciliano, ancora oggi cantato, fa riferimento a questo mulino, dimostrando la sua grande notorietà.
Oggi, il Mulino a vento di Trecastagni è un simbolo del paese e un luogo di grande interesse storico e culturale.
Monte Ilice e la Casa della Capinera
Monte Ilice è un cono vulcanico inattivo situato sul versante sud-orientale dell'Etna, nel territorio dei comuni di Trecastagni e Zafferana Etnea in Sicilia. Si eleva fino a un'altezza di 908 metri sul livello del mare e presenta, nella parte sommitale, una depressione centrale, residuo dell'antica attività vulcanica del cratere. Il suo nome deriva dal leccio (Quercus Ilex), che in Siciliano è chiamato ìlici, che abbonda nel territorio del monte. Il monte Ilice è più volte citato in "Storia di una Capinera", romanzo di Giovanni Verga scritto a Firenze nel 1869.
La Casa della Capinera è una struttura ricettiva situata a quota 905, realizzata dal Parco dell'Etna, acquisendo e recuperando un immobile un tempo utilizzato dai contadini addetti alla coltivazione della terre circostanti, come alloggio e sede di magazzini. Si trova a breve distanza di Monte Cicirello, piccolo cono vulcanico con cima posta a 1098 m s.l.m. Da Casa della Capinera si possono imboccare i sentieri 740 e 731. Oltre a questi percorsi, si può raggiungere la conca di M. Ilice, uno dei più grandi coni vulcanici laterali che punteggiano l'Etna.
La Quercia Centenaria alla Chiesa di Santa Maria di Tremonti è un albero monumentale situato a Madonna di Tremonti. Questa quercia ultracentenaria ha un ruolo molto particolare: funge da campanile e, in occasioni speciali, vi si appende una vecchia campana conservata nella chiesa. Non si conosce l'età esatta della quercia, ma si stima che possa avere 2 o 3 secoli. Purtroppo, recentemente l'albero ha mostrato segni di malattia e ha subito la caduta di alcuni rami. Nonostante ciò, rimane un simbolo importante per la comunità locale e un esempio affascinante di come la natura e la cultura possono intrecciarsi nel corso dei secoli.
IL PAESE
Originariamente una località di villeggiatura per i nobili catanesi, Trecastagni è caratterizzata da numerose ville storiche immerse nel verde. L'edilizia moderna, prevalentemente costituita da villette, mantiene comunque un'eleganza discreta. Il territorio di Trecastagni è circondato da belle e fertili campagne, con rigogliosi vigneti e frutteti di ogni tipo. Il comprensorio comunale rientra nei Disciplinari di Produzione di DOP, tra cui il Fico d'india, la Ciliegia e l'Olio Extravergine dell'Etna. Il paese dista meno di dodici chilometri da Catania e circa sette chilometri dall'ingresso autostradale, consentendo di raggiungere facilmente le principali località siciliane come Taormina, Siracusa e Ragusa.
Trecastagni è caratterizzata da vicoli suggestivi, scorci panoramici, chiese e palazzi borghesi lungo i corsi Vittorio Emanuele, Italia, Sicilia e vie come la Ercole Patti, la Principe Di Giovanni, che rendono l'atmosfera magica, soprattutto nelle serate estive. Nei dintorni, le campagne, i frutteti e i boschi di castagni, querce e lecci ti fanno sentire immerso nella natura dell'Etna. Salendo più in alto, la vegetazione è interrotta in vari punti, testimonianza delle antiche colate laviche che si sono susseguite nel tempo.
Per quanto riguarda il folklore, la festa più importante è senza dubbio quella in onore dei fratelli Alfio, Filadelfo e Cirino, che si svolge durante tutto il mese di maggio e culmina nella settimana del 10 maggio, giorno della Festività Liturgica. La festa del castagno, invece, si tiene nei weekend di ottobre ed è una kermesse di artigianato, prodotti tipici locali, gruppi musicali e sfilate di carretti siciliani.
Trecastagni: un gioiello culturale alle pendici dell'Etna
Rinascita di un villaggio
Trecastagni sta vivendo una rinascita, trasformandosi in una meta turistica ambita sia dai catanesi che dai turisti provenienti da tutto il mondo. Questo villaggio, con la sua ricca storia e cultura, attrae visitatori che sono affascinati dal suo patrimonio valoriale e culturale.
Un rifugio per la sostenibilità
Ma c'è un altro aspetto di Trecastagni che merita di essere sottolineato: il paese è diventato un baluardo di dinamiche sostenibili e virtuose. In un'epoca in cui la sostenibilità è diventata una priorità globale, Trecastagni offre un modello di come un luogo può prosperare mantenendo un equilibrio con la natura e inalterate certe possibilità.
Qui, i visitatori possono sperimentare un modo di vivere unico e inestimabile che rispetta l'ambiente e promuove uno stile di vita sano. Che si tratti di gustare prodotti locali a km zero, di partecipare a iniziative di riciclo o di godere delle bellezze naturali circostanti, Trecastagni offre un'esperienza autentica e sostenibile e la fa da padrone.
Trecastagni, con il suo mix unico di bellezza naturale, ricchezza culturale e impegno per la sostenibilità, è un luogo che merita di essere scoperto. Che tu sia un turista in cerca di una nuova avventura o un locale alla ricerca di un rifugio tranquillo, Trecastagni ha qualcosa da offrire a tutti. Questo villaggio siciliano, con il suo cuore innovativo, è un luogo dove il passato e il presente si fondono per creare un futuro sostenibile e promettente.
Trecastagni offre una serie di monumenti e luoghi di interesse. Ecco alcuni dei più significativi:
Chiesa Madre di San Nicola di Bari: Questa chiesa, costruita nel XV secolo sul sito dell'antica Chiesa di Santa Maria della Misericordia, è considerata una delle opere più belle del Rinascimento siciliano. Il suo prospetto in pietra lavica e l'interno con altari in marmo e un organo del 1824 sono degni di nota.
Santuario dei Santi Martiri Alfio, Cirino e Filadelfo: Presso la sorgente d'acqua dove i tre fratelli compatroni del paese sostarono a bere, fu edificato nel Seicento un santuario. L'attuale struttura, di stile romanico-lombardo, ospita una ricca collezione di ex voto e una tela del 1700 raffigurante il sacrificio dei Santi fratelli.
Chiesa di Santa Maria della Misericordia (Chiesa dei Bianchi): Questa chiesa risale al XIV secolo ed è situata su Largo dei Bianchi. L'attuale costruzione è del 1734.
Chiesa di Sant'Antonio di Padova: Affiancata al Convento dei Padri Minori Riformati, questa chiesa si caratterizza per il bel chiostro, un tempo affrescato con le storie dei padri francescani.
Monte Ilice: Uno dei tre coni vulcanici presenti nel territorio di Trecastagni. È sul versante nord-orientale dell'Etna e fu l'ambientazione del romanzo "Storia di una capinera" di Giovanni Verga nel 1869.
Largo Abate Ferrara: Questa piazzetta semicircolare fu realizzata nel 1887 a perpetua memoria di Francesco Ferrara (1767-1850), sacerdote e illustre scienziato trecastagnese. Si trova tra due rampe della monumentale scalinata della Chiesa Madre di San Nicola di Bari. La Chiesa Madre, situata proprio sopra Largo Abate Ferrara, è un'opera rinascimentale in pietra lavica con interni e esterni notevoli.
Trecastagni è anche circondata da un patrimonio naturale e paesaggistico unico, essendo parte del Parco dell'Etna. Boschi di castagni, querce e lecci, interrotti da colate laviche, rendono questa zona ancora più affascinante.
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EVENTI DA NON PERDERE
Trecastagni International Music Festival 🎶
Immergiti nel cuore pulsante della musica internazionale sotto il cielo stellato di Trecastagni, dove l'arte incontra la passione in un'esperienza unica. Unisciti a noi per due settimane indimenticabili di pura magia musicale, dal 04 al 25 luglio, in una delle location più suggestive della Sicilia.
La location del Trecastagni International Music Festival è veramente eccezionale. Si svolge nel suggestivo Largo Abate Ferrara, situato ai piedi della scalinata della Chiesa Madre di San Nicola. Questo luogo simbolo della manifestazione offre un'atmosfera intima e accogliente, perfetta per godersi la musica in un contesto di grande bellezza naturale e architettonica.
Il largo funge da anfiteatro naturale con un'acustica perfetta, permettendo alle note musicali di risuonare chiaramente tra gli ascoltatori. La vicinanza alla Chiesa Madre di San Nicola aggiunge un tocco di storicità e spiritualità all'evento, creando un mix unico di emozioni e condivisioni culturali.
Inoltre, il cortile panoramico della Chiesa offre una vista unica sull'Etna, aggiungendo un ulteriore livello di meraviglia e stupore all'esperienza del festival. Immagina di ascoltare la tua musica preferita mentre lo sguardo si perde nella maestosità del vulcano più alto d'Europa.
La location del festival non è solo un luogo dove si svolgono concerti, ma diventa parte integrante dell'esperienza, fondendo insieme musica, storia, e natura in un evento indimenticabile.
Ascolta i migliori talenti nazionali e internazionali esibirsi in un anfiteatro naturale, con l'acustica perfetta del largo Abate Ferrara, ai piedi dell'antichissima Chiesa Madre San Nicola. Lasciati incantare dalle note che si elevano nell'aria mentre lo sguardo si perde nella vista mozzafiato dell'Etna.
🌟 Highlights del Festival:
- Esibizioni di artisti di fama mondiale
- Location incantevoli con vista sull'Etna
- Atmosfera intima e accogliente
- Mix di emozioni e condivisioni culturali
Non perdere l'occasione di far parte di questa celebrazione estiva della musica e della cultura. Il Trecastagni International Music Festival ti aspetta per regalarti momenti che riecheggeranno nell'anima, come le melodie che risuonano tra le antichi anfratti di Trecastagni.
A PROPOSITO DI..
Sostenibilità e sapore: la rivoluzione degli Shiitake di Basilio Busà
Basilio Busà è una figura poliedrica e appassionata, trecastagnese, conosciuto per il suo entusiasmo e la sua dedizione a diverse attività. Non solo è un bravo odontoiatra, ma anche un allevatore di capre girgentane e un appassionato di caseificazione. Tuttavia, è nel campo della micologia che Basilio ha trovato una particolare vocazione.
La sua avventura con i funghi inizia trasformando una parte della sua casa in un laboratorio di micologia, dove ha cominciato a clonare specie di funghi saprofite. Ha esplorato varie specie, dalle più semplici a quelle più esigenti come i funghi bioluminescenti. Basilio e un altro ricercatore sono stati tra i pochi al mondo a riuscire a coltivare in cattività l'Omphalotus nidiformis, un fungo australiano noto per la sua luminescenza verdastra notturna.
Ma è per la coltivazione degli Shiitake dell'Etna che Basilio Busà è maggiormente riconosciuto. Questi funghi orientali, noti per le loro proprietà terapeutiche, vengono coltivati all'interno del Parco dell'Etna, nel comprensorio di Trecastagni, utilizzando tecniche che rispettano l'ambiente e la biodiversità locale. Gli Shiitake sono apprezzati per il loro contributo al sistema immunitario e sono un ingrediente comune nella cucina giapponese.
Basilio coltiva gli Shiitake in modo sostenibile, su foglie e segatura di castagno dell'Etna, e si avvicina all'apicoltura con lo stesso spirito di rispetto e cura, raccogliendo il miele in modo da lasciare alle api la maggior parte della loro produzione.
La passione di Basilio per la biologia
e la sostenibilità si riflette in tutte le sue attività, che si
tratti di odontoiatria, allevamento, caseificazione o micologia. La
sua storia è un esempio di come la passione e il rispetto per la
natura possano portare a risultati eccezionali e sostenibili.
Il primo allevamento di dromedari in Italia e il futuro dell'agricoltura sostenibile
L'Etna, il vulcano attivo più alto d'Europa, è un simbolo iconico della Sicilia, noto per il suo paesaggio mozzafiato e la sua ricca biodiversità. Oltre alla sua importanza geologica, l'Etna è anche un luogo di innovazione agricola, come dimostra il primo allevamento di dromedari in Italia, situato proprio alle sue pendici.
Il veterinario Santo Fragalà ha fondato la fattoria Gjmàla nel comune di Trecastagni, dove ha iniziato l'allevamento di questi animali esotici. Il nome "Gjmàla" significa "cammello" in arabo, un omaggio alle origini storiche di questi animali nella regione. Questo allevamento è considerato il primo e unico in Italia e il secondo in tutta Europa.
I dromedari sono stati scelti per la produzione del loro latte, che possiede caratteristiche nutrizionali uniche, essendo ricco di grassi polinsaturi a catena corta e simile al latte materno, rendendolo adatto anche ai neonati. Inoltre, il latte di dromedario è apprezzato per le sue proprietà organolettiche e viene utilizzato per produrre cosmetici, dolciumi e persino come alimento terapeutico.
Questi animali si adattano perfettamente alle condizioni climatiche dell'Etna, dimostrando la versatilità e la resilienza della fauna locale. L'allevamento di dromedari sull'Etna non solo aggiunge un elemento unico al patrimonio culturale e agricolo della Sicilia, ma rappresenta anche un esempio di come le pratiche agricole innovative possano coesistere con il rispetto per l'ambiente e la tradizione.
Roberto Carbone: coltivare sogni alle pendici dell'Etna
Nel cuore pulsante di Trecastagni, dove le strade si fanno eco dei profumi mediterranei, esiste un'altra storia di successo che sembra uscita dai racconti di altri tempi. Sorge la bottega di Roberto Carbone, un giovane catanese che ha trasformato il suo amore per la terra e le piante aromatiche in un'impresa innovativa. Con una laurea triennale in Scienze e tecnologie alimentari e il cammino verso il titolo magistrale, Roberto ha scelto di non seguire la tradizione vinicola del nonno, ma di reinventarla attraverso la coltivazione di erbe aromatiche.
La sua azienda, battezzata "Sari" in omaggio alle radici latine e alla storia siciliana, è più di un semplice nome; è un simbolo di dedizione e di un legame indissolubile con il vulcanico terreno dell'Etna. Qui, tra i 650 e i 700 metri di altitudine, Roberto ha dato vita a un giardino di rosmarino, origano, peperoncini, lavanda, elicriso e crocus sativus, non solo per insaporire piatti ma per creare confetture uniche che racchiudono l'essenza dell'Etna.
Le sue creazioni, come la confettura di mele cola e rosmarino o quella di pere coscia e fiori di lavanda, sono un tributo alle varietà frutticole antiche e dimenticate, un connubio perfetto tra gusto e tradizione. Il packaging, frutto della collaborazione con l'amico grafico Aurelio Viva, racchiude in sé l'identità visiva di un brand che aspira a conquistare non solo il mercato locale ma anche quello internazionale.
Roberto, con il sostegno di sua madre Marisa, una professoressa appassionata di letteratura, ha trasformato il laboratorio di Trecastagni in un atelier di sapori, dove ogni pianta viene curata e preparata con attenzione artigianale. La loro visione va oltre la semplice produzione; è un impegno verso la salvaguardia del territorio e un invito ai giovani a investire nella propria terra.
Con la consapevolezza che l'agricoltura moderna richiede studio e precisione, Roberto guarda al futuro con ottimismo, lavorando sulla comunicazione e la commercializzazione dei suoi prodotti. Il suo sogno è di rendere noti questi sapori autentici oltre i confini nazionali e di costruire una vita stabile e prospera sulle terre dell'Etna, dove il ronzio delle api al mattino è un inno alla vita che non ha prezzo.
Trecastagni: perchè visitarlo?
Perché è un borgo che custodisce gelosamente le sue bellezze, spesso note solo ai suoi abitanti. Questo è un invito a riscoprire il patrimonio nascosto di Trecastagni, un luogo dove la storia, la natura e la cultura si fondono in una mescolanza di esperienze uniche.
Trecastagni è un palcoscenico dove ogni pietra racconta una storia. Passeggiando per le sue strade, si può ammirare l'architettura barocca delle sue chiese, come la Chiesa Madre dedicata ai tre Santi Martiri, o il santuario di San Nicolò, che con la sua facciata imponente sembra vegliare sul paese. La storia di Trecastagni è un libro aperto, che attende di essere letto e apprezzato.
La natura rigogliosa
La natura è un altro dei gioielli di Trecastagni. Il Parco dell'Etna offre paesaggi mozzafiato e sentieri per escursioni tra boschi di castagni e pini. L'aria fresca e pulita, il verde intenso delle piante e il suolo lavico nero creano un contrasto che incanta gli occhi e rigenera lo spirito.
La cultura del gusto
Non si può parlare di Trecastagni senza menzionare la sua cucina. I prodotti locali, come le mele cola, i peperoncini e le erbe aromatiche, sono la base di piatti che raccontano la tradizione culinaria siciliana. Ogni boccone è un viaggio nel tempo, un assaggio dell'eredità lasciata dai nostri antenati.
L'artigianato autentico
Trecastagni è anche sinonimo di artigianato. Qui, gli artigiani lavorano con passione materiali come la ceramica e il ferro battuto, creando opere che sono espressione di un'abilità tramandata di generazione in generazione.
Il soffio del Vulcano: i capolavori in ferro battuto di Carmelo Asero
Nel cuore popolare di Trecastagni, "al tondo", vive un artigiano del ferro battuto, il Maestro Carmelo Asero. La sua bottega è un piccolo regno dove il tempo sembra essersi fermato, tra il tintinnio dei martelli e il soffio del fuoco che plasma, ancora oggi, il ferro. Mastro Carmelo, con le mani callose e l'anima ardente come lava del vulcano, lavora da cinquant'anni il ferro, fin da quando era bambino, con una passione che va oltre la mera abilità. Abbiamo saputo di quando iniziò a lavorare a un progetto che aveva sognato per anni: una scacchiera medievale, non una semplice scacchiera, ma un'opera che racchiudesse la storia e la cultura del suo paese d'adozione, Trecastagni. Ogni pezzo è un tributo ai principi che avevano governato la terra sotto l'Etna, ogni pedone riflette la resilienza degli abitanti che avevano coltivato quelle terre fertili.
Carmelo forgiò i cavalieri con la stessa destrezza dei cavalieri normanni che avevano calcato quei suoli, i torrioni erano alti e maestosi come le torri che ancora oggi si ergono a guardia del borgo. I pedoni, semplici ma fieri, erano l'omaggio agli artigiani che, come lui, avevano reso grande il nome di Trecastagni con le loro opere.
La scacchiera divenne un capolavoro, con dettagli così minuziosi che sembrano prendere vita sotto lo sguardo di chi li ammira. Le figure sono così reali che si dice possano muoversi sotto la luna piena, danzando in battaglie silenziose su campi di battaglia scolpiti in pietra lavica.
La storia del Maestro Carmelo Asero, nato a Paternò ma vissuto a Trecastagni e della sua scacchiera si diffuse ben oltre i confini del paese, diventando leggenda. Si racconta che chi gioca con quella scacchiera non gioca solo una partita, ma rivive le gesta eroiche di un tempo passato, in un luogo dove l'arte e la storia si fondono in un abbraccio eterno. E così, l'artigiano del ferro battuto di Trecastagni diviene immortale, non solo attraverso le sue creazioni, ma anche attraverso le storie che continuano a narrare la sua passione senza tempo.
Una comunità accogliente
Ultimo particolare, ma non meno importante, è la comunità di Trecastagni. Gli abitanti sono noti per la loro ospitalità e per il calore con cui accolgono i visitatori. Partecipare a una festa patronale o a un evento culturale è un'occasione per sentirsi parte di una grande famiglia.
Trecastagni è un tesoro che merita di essere scoperto e valorizzato. È un invito a rallentare, a guardarsi intorno e a riconoscere la bellezza che ogni giorno ci circonda. Visitarla significa immergersi in un'esperienza autentica, che arricchisce l'anima e lascia ricordi indelebili.
Invitiamo quindi i residenti di Trecastagni a esplorare il proprio paese con occhi nuovi, a scoprire angoli nascosti e storie dimenticate, perché ogni passo in questo luogo è un passo verso la riscoperta di sé e delle proprie radici.
L'arte di raccontare la Sicilia: Turi Ferro, Turi Scalia, Mario Di Bella, Antonino Torrisi e Giuseppe Bonanno
Turi Ferro, un'icona del teatro italiano, è strettamente legato alla cittadina di Trecastagni, non solo per la sua eredità culturale ma anche per esserci vissuto soprattutto nei periodi estivi. Nato a Catania nel 1921, Turi Ferro ha lasciato un'impronta indelebile nella cultura artistica italiana, specialmente attraverso le sue interpretazioni delle opere di Luigi Pirandello e Giovanni Verga.
Il suo legame con Trecastagni è celebrato attraverso le attività del Teatro Comunale Turi Scalia, un luogo di incontro culturale e artistico che continua a onorare la sua memoria e il suo contributo al teatro siciliano e italiano. Il comune di Trecastagni ha reso omaggio a questa grande figura del teatro nel centenario della sua nascita, sottolineando l'importanza del suo lavoro e la sua capacità di portare la Sicilia sulle scene italiane e internazionali.
Il legame di Turi Scalia con la città di Trecastagni è particolarmente significativo, tanto che il Teatro Comunale della città porta il suo nome. Questo teatro ospita vari eventi culturali e spettacoli, contribuendo a mantenere viva la memoria e l'eredità artistica di Scalia nella comunità. Il 18 maggio appena trascorso, il Teatro Turi Scalia di Trecastagni ha ospitato uno spettacolo a sostegno del Banco Alimentare della Sicilia, dimostrando come il teatro non sia solo un luogo di intrattenimento, ma anche un punto di riferimento per iniziative di solidarietà e impegno sociale nella regione.
Il Teatro Comunale Turi Scalia rappresenta un simbolo di orgoglio per la comunità di Trecastagni, riflettendo l'impegno della cittadina nel preservare e promuovere la cultura e l'arte. La presenza di questo teatro è una testimonianza vivente dell'influenza di Turi Scalia e del suo amore per la Sicilia, che ha saputo trasmettere attraverso la sua arte.
Mario Di Bella e la sua Sicilia: il maestro di un'arte senza tempo
Mario Di Bella, un autorevole pittore siciliano del '900, è stato un artista di grande rilievo, paragonabile a figure di spicco come Giambecchina e Guttuso. La sua arte figurativa ha lasciato un segno indelebile nel panorama artistico siciliano e italiano. Nato a Trecastagni, Mario Di Bella ha vissuto e lavorato dal 1965 fino alla sua morte nella sua casa, che ora è stata trasformata in un Museo aperto al pubblico. Questa dimora, che per più di cinquant'anni (1965-2020) è stata il suo studio e laboratorio di sperimentazione, ha visto la creazione di quasi 5.000 opere d'arte, tra disegni, dipinti e sculture.
Pittore alla stregua dei Giambecchina, Guttuso, Romano, Barbera, Pasqualino Noto, Franchina, è stato pittore figurativo siciliano per il quale per la prima volta, dopo la sua recente scomparsa, apre al pubblico la sua Casa Museo. Il laboratorio del Maestro ubicato a Trecastagni in Sicilia, a pochi passi da Catania alle falde dell'Etna, è stato fucina dell'artista Trecastagnese, che nella cittadina visse e lavorò dal 1965 sino alla morte, nel 2021.
In più di cinquant'anni (1965-2021), appunto, Mario Di Bella, utilizzo questa dimora come studio/abitazione, fucina e laboratorio di sperimentazione, producendo una collezione che supera di gran lunga le 5.000 opere d'arte, tra disegni, dipinti e sculture, creando un originale caleidoscopio di ricerca che va dalla metà degli anni '50 del secolo scorso ai giorni nostri. La Fondazione a lui dedicata e che porta il suo nome, nell'alveo di quanto accaduto, ha in mente un progetto integrato che prevede come prosieguo, continuazione e lascito dell'artista, l'esistenza e la programmazione di residenze d'artista atte a ricercare e valorizzare il lavoro e la sperimentazione di artisti emergenti sia nazionali che internazionali.
Le opere del Maestro Di Bella sono spesso caratterizzate da un forte senso di osservazione della realtà legata al desiderio di rivelarne la sua profonda percezione. La sua produzione artistica riflette la sua incessante sperimentazione, rendendo un mandato di "Bellezza" che gli eredi hanno fortemente voluto trasporre e tenere in vita, dandone continuità, nello spirito e nel focus che la Fondazione Mario Di Bella si prefigge di perseguire.
Da Trecastagni al mondo: il viaggio artistico di Giuseppe Bonanno
Giuseppe Bonanno, coreografo e ballerino di talento, contemporaneo, cittadino eccellente di Trecastagni, ha avuto il piacere e l'onore di lavorare financo al fianco del celebre attore e regista John Turturro. La loro collaborazione si è concretizzata nella messa in scena del "Rigoletto" teatrale, che ha debuttato in Cina il 25 settembre 2019, per poi essere presentato in Belgio e in altre parti del mondo, fino all'ultima release che l'ha visto protagonista a Giugno 2024 al Petruzzelli di Bari, con le coreografie immaginate appunto da Giuseppe Bonanno che accompagnano i momenti salienti dell'opera in cui le voci del coro e l'orchestra del Petruzzelli, guidati dalla bacchetta verdiana di Renato Palumbo, 'danzano' con il cast del Rigoletto in un'armonia che tiene insieme canto, scene, recitazione e costumi.
Giuseppe Bonanno ha iniziato lo studio della danza classica a Catania e si è specializzato come ballerino e coreografo, studiando con maestri di fama internazionale. La sua carriera lo ha portato a danzare in prestigiosi teatri come il Massimo Bellini di Catania e il Regio di Torino, oltre a esibizioni internazionali a Cannes, Macao, Torre del Lago e al Donizetti di Bergamo.
Dal 1995, Bonanno ha lavorato costantemente con il Teatro Massimo e dal 2001 al 2019 è stato un membro stabile del corpo di ballo, assumendo ruoli da solista e primo ballerino. La sua versatilità lo ha visto collaborare con coreografi, registi, cantanti, musicisti e danzatori di fama internazionale.
Il primo impatto con Turturro è avvenuto durante la prima del "Rigoletto" al teatro Massimo di Palermo nell'ottobre del 2018. Le coreografie di Bonanno per il "Rigoletto" made in Turturro si caratterizzano per valorizzare il ballo, presente in tutti e tre gli atti, con ballerine e danzatori che interpretano cortigiane e amici del duca di Mantova, rimanendo a lungo in scena.
Il rapporto tra Giuseppe Bonanno e il teatro siciliano continua, con il coreografo che ha assunto la responsabilità delle coreografie per "La Traviata" al teatro Massimo e come guest teacher della scuola di danza Ensemble company 2.0 di Marcello Carini.
La collaborazione tra Bonanno e Turturro non solo mette in luce il talento siciliano nel panorama internazionale, ma rafforza anche il legame culturale tra la Sicilia e il resto del mondo attraverso l'arte della danza e del teatro.
L'arte di Antonino Torrisi e la sua predilezione e dedizione per la pietra lavica
Antonino Torrisi ha dedicato l'intero arco della sua esistenza all'arte di scolpire la pietra lavica, un materiale non uniforme e poroso, modellato dal calore e dal tempo. Ha tratto ispirazione dalle linee e dalle forme dei maestri scalpellini del passato. Era solo un ragazzino di dodici anni quando, lavorando in una cava, si innamorò dell'arte della scultura.
Per Torrisi, la pietra non è stata un semplice strumento per dare forma alle sue idee. Al contrario, egli ha spesso preservato le forme originarie della pietra, valorizzandone l'essenza intrinseca. Osservava la pietra e si limitava a seguirne gli impulsi, i ritmi plastici e le leggiadre cadenze, come se fosse in un dialogo silenzioso con la materia stessa.
Nel cuore di Trecastagni, un paese alle pendici dell'Etna, si trova il laboratorio di Antonino Torrisi. Qui, con un mix di pazienza e creatività, Torrisi trasforma la resistente lava dell'Etna in opere d'arte. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, il laboratorio non è immerso in una scena nera, ma è ricoperto da una polvere che imbianca, o meglio ingrigisce, uomini e oggetti. Basta però una secchiata d'acqua per far riemergere il tipico nero, levigato o corrugato e poroso, che caratterizza l'intera zona.
Torrisi, che iniziò come un semplice operaio in una cava, ha sempre sentito il bisogno di creare qualcosa con la lava. Così, fin da ragazzo, ha iniziato a scolpire le forme suggerite dalla pietra stessa. Ha imparato l'arte autonomamente, in un periodo in cui la lavorazione della pietra lavica stava perdendo vigore.
Nel giardino-magazzino dietro il suo laboratorio, si possono ammirare le sue creazioni: forme fantastiche emerse dai blocchi lavici. Tra queste, una lotta tra un serpente, un cane e un pesce, e una scultura in cui i raggi del sole diventano la coda di un cavallo alato. Torrisi, con il suo accento siciliano e gli occhi chiari ereditati dai Normanni, spiega la sua ispirazione con un semplice "io vedo", riconoscendo le forme nascoste nella varietà della pietra lavica.
Torrisi è costantemente alla ricerca di blocchi di pietra che possano interessarlo, non solo nelle cave. Anche uno scavo per una nuova costruzione può riservare sorprese, come cilindri di pietra lavica che ha trasformato in misteriosi totem. Ma nel lavoro di Torrisi, oltre all'arte, c'è anche l'artigianato e la tradizione decorativa. Ha iniziato a farsi conoscere quando, ancora molto giovane, ha contribuito al restauro della Chiesa Madre di Trecastagni con alcuni particolari in pietra lavica.
Nelle sue ricerche intorno al vulcano, Torrisi include anche le case antiche che vengono demolite, che contengono un tesoro di portali, balconi e camini. Così, si presenta agli architetti e ai privati come un antiquario della pietra lavica, o come un attento restauratore. Quando lavora su un pezzo di sua iniziativa, Antonino Torrisi ha un approccio particolare, non strettamente legato alla tradizione.
Gli strumenti moderni, come la punta diamantata e il disco rotante, permettono di lavorare anche la lava più chiara e più dura. Antonino Torrisi preferisce però la lava nera, che dà un senso di antico. Nel suo lavoro, c'è spazio sia per l'antico che per il contemporaneo.
C'è un'altra vena nel suo lavoro, che potrebbe essere definita pop-art. Una bottiglia di liquore sagomata diventa la musa per una stele faraonica; grossi ciottoli marini intagliati diventano simboli di una visione cosmica. La lava si presta a questi esercizi d'immaginazione perché, pur essendo pietra, rimanda alla sua natura primigenia di fuoco e magma fluido. "Io vado a vedere le eruzioni, mi piace la lava che scende di notte", con queste parole Antonino Torrisi suggella il suo legame con il vulcano. Qui potrete visionare un, seppur datato, inedito e inestimabile documentario Rai che parla di lui.
I PAESI AI CONFINI
Trecastagni, Pedara e Viagrande sono tre affascinanti paesi confinanti situati ai piedi dell'imponente vulcano Etna, nella Sicilia orientale. Esploriamo le loro origini e la loro storia:
1. Trecastagni:
- Trecastagni ha radici antiche che risalgono all'epoca latino-medioevale. Documenti datati al 1300 attestano l'esistenza di questo borgo pedemontano, sviluppatosi attorno a luoghi di culto cristiano dedicati alla Vergine Maria o a San Nicola di Bari.
- Nel 1600, Trecastagni era sotto la giurisdizione del vescovo di Catania. Nel 1640, la famiglia messinese Di Giovanni acquistò il paese, portandolo a un periodo di grande prosperità. Durante questo periodo, Trecastagni divenne un importante centro di attività economica e sociale, uno dei più ricchi e organizzati dell'intera area dell'Etna.
- Tuttavia, nel 1693, un violento terremoto colpì la Sicilia orientale, distruggendo gran parte del patrimonio edilizio. Solo intorno alla metà del 1800, grazie alla nascita di una borghesia terriera, Trecastagni riprese a svilupparsi, trasformando i terreni collinari in vigneti.
2. Pedara:
- Anche Pedara ha origini antiche e risale all'epoca medievale. Nel 1600, come Trecastagni, era sotto la giurisdizione del vescovo di Catania.
- Nel 1640, la famiglia Di Giovanni acquistò anche Pedara, contribuendo al suo sviluppo e alla sua prosperità economica. Anche Pedara subì gli effetti del terremoto del 1693, ma si riprese nel corso del tempo.
3. Viagrande:
- Viagrande, come gli altri due paesi, ha una storia legata alla famiglia Di Giovanni. Nel 1640, fu acquistato dalla stessa famiglia.
- Le ville signorili di Viagrande, costruite lungo la Via Regia che collegava Catania a Messina, sono un simbolo di ricchezza e prestigio. Queste ville, con i loro caratteristici intonaci grigi e rossi, si affacciano su ampie terrazze sostenute da archi.
- Ancora oggi, Viagrande e le sue colline offrono uno spettacolare panorama sull'Etna da un lato e sulla costa ionica dall'altro.
In breve, questi tre paesi sono testimoni di una storia ricca e complessa, segnata da cambiamenti, prosperità e sfide naturali. Il loro fascino e la loro bellezza continuano a catturare l'immaginazione di chi li visita.
Primi anni '70 a Trecastagni: un tuffo nell'infanzia
Nei primi anni '70, Trecastagni, un pittoresco paese della provincia catanese, era un luogo dove il tempo sembrava scorrere con una dolce lentezza. In un pianoro appena fuori dal centro del paese, nel quartiere della Madonna della Sciara, un gruppo di bambini giocava spensierato, lontano dai rumori delle poche auto che passavano. L'aria era pulita, carica del profumo della terra e del verde, e le giornate si dilatavano in un'infanzia migliore, fatta di libertà e piccole avventure.
Al centro di questo angolo di paradiso sorgeva un maestoso albero centenario, un minicucco siciliano, che dominava il pianoro con la sua imponente presenza. Era lì, sotto la sua chioma, che i bambini si riunivano, utilizzando i suoi frutti come dardi da soffiare con delle cerbottane improvvisate. Le risate riempivano l'aria mentre i frutti sfrecciavano nell'aria, colpendo gli indumenti sdruciti di quei piccoli corpi che desideravano solo allungare il tempo, ampliare le loro giornate fino al tramonto.
Il grande albero non era solo un rifugio di gioco, ma un testimone silenzioso delle loro storie e dei loro sogni. Le radici affondate nella terra erano simbolo della loro stabilità, mentre i rami tesi verso il cielo rappresentavano le loro aspirazioni e speranze.
Trecastagni, con il suo ritmo lento e la sua natura generosa, rappresentava un mondo lontano dalle preoccupazioni moderne. Era un luogo dove i bambini potevano essere veramente se stessi, esplorare, giocare e sognare. Quegli anni '70, con la loro semplicità e la loro purezza, restano impressi nella memoria come un'epoca d'oro, un tempo in cui la spensieratezza dell'infanzia regnava sovrana.
La vita in quel piccolo angolo di Sicilia era un susseguirsi di giornate luminose e fredde serate d'inverno, di giochi sotto il sole e racconti ascoltati al calore del focolare. E il grande minicucco siciliano, con la sua ombra protettiva, resterà per sempre il simbolo di quelle giornate spensierate, un guardiano silenzioso dei sogni e delle risate dei bambini di Trecastagni.Negli ultimi 20 anni, dalla nascita del social per antonomasia, Facebook, il panorama dell'architettura e del design ha subito una trasformazione radicale grazie all'evoluzione della comunicazione. Questo settore non solo è stato influenzato da fattori tecnologici, ma ha anche visto un cambiamento nelle strategie comunicative, che ora puntano a...
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