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Pentidattilo: la rinascita di un borgo sospeso tra cielo e terra
Tra le montagne calabresi, si erge un luogo che sembra sfidare il tempo e le leggi della natura: Pentidattilo, un borgo dal fascino unico e dalla storia affascinante. Questo piccolo insediamento, abbandonato per decenni, è oggi un simbolo di rinascita e creatività, un laboratorio a cielo aperto dove il passato si intreccia armoniosamente con il presente.

L'origine del nome e la forma peculiare
Il nome "Pentidattilo" deriva dal greco antico "penta-daktylos", che significa "cinque dita". Il borgo deve infatti il suo nome alla caratteristica forma della rupe su cui è arroccato: una mano di pietra con cinque dita che sembrano protendere verso il cielo. Questa conformazione naturale non solo conferisce al luogo una mistica unicità, ma ha anche ispirato leggende locali che ancora oggi alimentano il fascino di Pentidattilo.
Dall'abbandono al silenzio
Fondato nel periodo della Magna Grecia e prosperato nel Medioevo, Pentidattilo visse secoli di vita vibrante, ma a causa di eventi naturali, come terremoti, e difficoltà economiche, fu progressivamente abbandonato. Negli anni '70, gli ultimi abitanti lasciarono il borgo, e Pentidattilo divenne un "borgo fantasma". Le sue strade deserte e le case in rovina divennero un simbolo di solitudine e abbandono.
La rinascita attraverso l'arte
La svolta per Pentidattilo arrivò grazie a un gruppo di artisti, artigiani e visionari che decisero di trasformare il borgo in un centro culturale e artistico. Attraverso un paziente lavoro di restauro e riqualificazione, gli edifici abbandonati furono convertiti in laboratori creativi, botteghe artigianali e spazi espositivi. Oggi, Pentidattilo è un museo a cielo aperto dove si organizzano eventi culturali, mostre e festival che attirano visitatori da ogni parte del mondo.
Un messaggio di speranza
Pentidattilo è molto più di un borgo ristrutturato: è un simbolo di resilienza e speranza. Dimostra che anche luoghi apparentemente dimenticati possono rinascere, portando con sé nuove storie e opportunità. Le sue strade e le sue pietre raccontano oggi non solo il passato, ma anche il coraggio di guardare al futuro con creatività e ottimismo.
Un invito a scoprirlo
Visitare Pentidattilo significa immergersi in un'esperienza unica: percorrere vicoli che sembrano sospesi nel tempo, ammirare opere d'arte che dialogano con la natura circostante e lasciarsi ispirare dalla forza trasformativa dell'immaginazione umana.
Pentidattilo è avvolto da molte storie e leggende che alimentano il suo fascino, ma una delle più conosciute e avvincenti è la tragica "Leggenda degli Alberti". Questo racconto risale al XVII secolo, quando il borgo fu teatro di un sanguinoso dramma familiare che avrebbe segnato per sempre la sua storia.
La faida tra Alberti e Abenavoli
Pentidattilo, all'epoca, era sotto il dominio della famiglia Alberti, il cui capo, Bernardino, aveva rapporti tesi con la famiglia Abenavoli. Bernardino rifiutò il matrimonio tra la sorella, Antonietta Alberti, e il barone Abenavoli, causando un rancore profondo. La tensione tra le due famiglie culminò in un brutale attacco organizzato dagli Abenavoli: il barone, con i suoi uomini, invase Pentidattilo e uccise Bernardino Alberti.
Un matrimonio forzato e vendette
La tragedia non finì lì. Antonietta, la sorella di Bernardino, fu costretta a sposare il barone Abenavoli, il responsabile del massacro. Nonostante ciò, si dice che il dolore e l'odio per il barone abbiano accompagnato Antonietta per tutta la vita. L'eco di questa faida si diffuse nella regione, dando vita a storie di spiriti inquieti che vagano tra le rocce del borgo.
Un'eredità tra storia, mito e mistero
La leggenda degli Alberti ha conferito a Pentidattilo un'aura di mistero, trasformandolo in un luogo dove storia e mito si intrecciano. Ancora oggi, il borgo e la rupe che lo domina sembrano portare le cicatrici di quel passato drammatico. La forma delle "cinque dita" è talvolta vista come un simbolo che incombe sul destino delle famiglie coinvolte.
Questa storia tragica ha affascinato gli abitanti e i visitatori per generazioni, diventando un punto centrale della cultura e dell'identità di Pentidattilo. È una delle ragioni per cui il borgo continua a essere un luogo di immensa suggestione e attrazione.
IN ALTRE PAROLE
Pentidattilo, con la sua posizione drammatica e il suo passato intriso di mistero, è un luogo fertile per leggende e racconti popolari. Oltre alla già famosa "Leggenda degli Alberti", esistono altre storie affascinanti che si intrecciano con l'identità del borgo.
Si dice che la rupe a forma di mano che sovrasta Pentidattilo sia stata forgiata da antiche divinità come segno di ammonimento. Alcuni racconti popolari narrano che chiunque osasse sfidare il destino voluto dagli dèi sarebbe stato colpito da una maledizione. Per secoli, i pastori locali avrebbero evitato di sostare sotto la rupe durante la notte per paura che "la mano di pietra" cadesse su di loro come atto di vendetta divina.
Le luci misteriose del Monte Calvario
Molti abitanti e visitatori hanno riferito di aver visto strane luci muoversi tra i ruderi di Pentidattilo, soprattutto nelle notti di luna piena. Secondo la leggenda, sarebbero le anime tormentate degli Alberti e degli Abenavoli, intrappolate in eterno sul Monte Calvario per espiare i peccati del passato. Alcuni credono che queste luci siano in realtà lucciole, ma il mistero continua a incantare chiunque ne sia testimone.
Il tesoro nascosto
Un'altra leggenda popolare racconta di un antico tesoro nascosto tra le rocce di Pentidattilo. Si dice che questo tesoro fosse stato lasciato da un nobile in fuga durante una guerra, e che sia protetto da uno spirito custode. Secondo il folklore locale, chiunque osi cercarlo senza purezza di cuore è destinato a non uscire mai più dal borgo.
Le voci tra le mura
Alcuni visitatori hanno riferito di aver sentito sussurri e voci provenire dalle vecchie case ormai vuote. Le storie parlano di spiriti di antichi abitanti che non hanno mai lasciato il borgo, custodi delle sue memorie e del suo fascino. Queste voci sarebbero udibili solo da chi visita Pentidattilo con un'anima curiosa e un cuore aperto.
Queste leggende contribuiscono a rendere Pentidattilo un luogo non solo affascinante da visitare, ma anche un simbolo di come il passato e il soprannaturale possano convivere in un delicato equilibrio. Ogni pietra sembra raccontare un frammento di storia o un mistero che invita ad esplorare.
Pentidattilo è un vero scrigno di misteri e racconti popolari. Vi raccontiamo altre leggende che hanno arricchito la tradizione orale di questo affascinante borgo:
La danza delle ombre
Si narra che nelle notti senza luna, quando tutto sembra avvolto dall'oscurità, si possano vedere ombre danzare tra le rovine di Pentidattilo. Queste ombre sarebbero gli spiriti degli antichi abitanti che rivivono momenti di festa e gioia. Molti sostengono di aver sentito lontani suoni di musica provenire dalle case vuote, un fenomeno che ha incuriosito generazioni di visitatori.
La grotta degli enigmi
Tra le rocce che circondano Pentidattilo si dice ci sia una grotta segreta piena di incisioni misteriose e simboli antichi. Secondo la leggenda, chi riesce a decifrarli potrebbe scoprire segreti perduti dei tempi della Magna Grecia o addirittura trovare l'accesso a un mondo sotterraneo. Gli studiosi locali hanno tentato di esplorarla, ma la grotta sembra scomparire alla vista quando ci si avvicina troppo.
Il pastore errante
Un racconto comune tra gli abitanti narra di un pastore che, perdutosi tra i sentieri del Monte Calvario, incontrò un uomo misterioso che gli offrì una via d'uscita in cambio della sua anima. Si dice che il pastore accettò, ma che da allora sia condannato a vagare per l'eternità tra i vicoli di Pentidattilo con la sua lanterna, cercando di avvisare i viaggiatori di non cadere nella stessa trappola.
Ognuna di queste leggende contribuisce a rendere Pentidattilo un luogo che stimola l'immaginazione e il senso del mistero. È un borgo che sembra essere custode di memorie e segreti pronti a risvegliarsi per chi sa ascoltare attentamente.
LUOGHI SIMILI DOVE ANDARE
Ecco un itinerario che ti porterà alla scoperta di borghi italiani simili a Pentidattilo, caratterizzati da storie affascinanti, atmosfere sospese nel tempo e un legame profondo con il territorio:
1. Civita di Bagnoregio (Lazio)
Conosciuta come "la città che muore" Civita di Bagnoregio è arroccata su una collina di tufo e collegata al resto del mondo solo da un ponte pedonale. Questo borgo, minacciato dall'erosione, è un luogo magico dove il tempo sembra essersi fermato. Passeggia tra le sue stradine e ammira i panorami mozzafiato sulla Valle dei Calanchi.
2. Craco (Basilicata)
Un altro borgo fantasma, Craco è stato abbandonato negli anni '60 a causa di frane e instabilità del terreno. Oggi è una meta suggestiva per chi ama esplorare luoghi ricchi di storia e mistero. Le sue rovine sono state anche utilizzate come set cinematografico per film come La Passione di Cristo.
3. Rocca Calascio (Abruzzo)
Questo borgo medievale, dominato da un castello in rovina, è uno dei luoghi più alti e suggestivi dell'Appennino. Rocca Calascio offre panorami spettacolari e un'atmosfera unica, perfetta per chi cerca tranquillità e bellezza naturale.
4. Bussana Vecchia (Liguria)
Distrutta da un terremoto nel 1887, Bussana Vecchia è stata abbandonata per decenni prima di essere riscoperta da artisti e artigiani negli anni '60. Oggi è un borgo creativo, dove le case in pietra ospitano laboratori e gallerie d'arte.
5. Gairo Vecchio (Sardegna)
Abbandonato negli anni '50 a causa di frane, Gairo Vecchio è un borgo fantasma che racconta la storia di un'epoca passata. Le sue case in rovina e le strade deserte offrono un'esperienza unica per chi ama i luoghi fuori dal comune.
6. Sant'Agata de' Goti (Campania)
Conosciuto come "la perla del Sannio" questo borgo è costruito su una terrazza di tufo e offre un mix di storia, arte e natura. Le sue stradine acciottolate e gli edifici storici lo rendono una meta imperdibile.
Questi borghi, ognuno con la propria storia e unicità, rappresentano un viaggio attraverso il tempo e le tradizioni italiane.
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