Mario Di Bella e la sua Sicilia: il maestro di un'arte senza tempo

07.06.2024


Autorevole pittore alla stregua dei Giambecchina, Guttuso, Romano, Barbera, Pasqualino Noto, Franchina, è stato pittore figurativo siciliano per il quale per la prima volta, dopo la sua recente scomparsa, apre al pubblico la sua Casa Museo. Il laboratorio del Maestro ubicato a Trecastagni in Sicilia, a pochi passi da Catania alle falde dell'Etna, è stato fucina dell'artista Trecastagnese, che nella cittadina visse e lavorò dal 1965 sino alla morte, nel 2021.


Mario Di Bella: un maestro dell'Arte Siciliana

Mario Di Bella, un autorevole pittore siciliano del '900, è stato un artista di grande rilievo, paragonabile a figure di spicco come Giambecchina e Guttuso. La sua arte figurativa ha lasciato un segno indelebile nel panorama artistico siciliano e italiano.

Vita e opere

Nato a Trecastagni, Mario Di Bella ha vissuto e lavorato dal 1965 fino alla sua morte nella sua casa, che ora è stata trasformata in un Museo aperto al pubblico. Questa dimora, che per più di cinquant'anni (1965-2020) è stata il suo studio e laboratorio di sperimentazione, ha visto la creazione di quasi 5.000 opere d'arte, tra disegni, dipinti e sculture.

L'Heritage artistico

Autorevole pittore alla stregua dei Giambecchina, Guttuso, RomanoBarbera, Pasqualino Noto, Franchina, è stato pittore figurativo siciliano per il quale per la prima volta, dopo la sua recente scomparsa, apre al pubblico la sua Casa Museo. Il laboratorio del Maestro ubicato a Trecastagni in Sicilia, a pochi passi da Catania alle falde dell'Etna, è stato fucina dell'artista Trecastagnese, che nella cittadina visse e lavorò dal 1965 sino alla morte, nel 2021.
In più di cinquant'anni (1965-2021), appunto, Mario Di Bella, utilizzo questa dimora come studio/abitazione, fucina e laboratorio di sperimentazione, producendo una collezione che supera di gran lunga le 5.000 opere d'arte, tra disegni, dipinti e sculture, creando un originale caleidoscopio di ricerca che va dalla metà degli anni '50 del secolo scorso ai giorni nostri. La Fondazione a lui dedicata e che porta il suo nome, nell'alveo di quanto accaduto, ha in mente un progetto integrato che prevede come prosieguo, continuazione e lascito dell'artista, l'esistenza e la programmazione di residenze d'artista atte a ricercare e valorizzare il lavoro e la sperimentazione di artisti emergenti sia nazionali che internazionali.

Le opere del Maestro Di Bella sono spesso caratterizzate da un forte senso di osservazione della realtà legata al desiderio di rivelarne la sua profonda percezione. La sua produzione artistica riflette la sua incessante sperimentazione, rendendo un mandato di "Bellezza" che gli eredi hanno fortemente voluto trasporre e tenere in vita, dandone continuità, nello spirito e nel focus che la Fondazione Mario Di Bella si prefigge di perseguire.

Casa Museo Mario Di Bella

Dopo la sua recente scomparsa, la casa del Maestro è stata aperta al pubblico, permettendo agli ammiratori e agli studiosi di immergersi nel mondo dell'artista. Ogni stanza della casa-museo offre uno sguardo intimo sulla vita e sul processo creativo del Maestro, rendendo tangibile il suo impegno e la sua passione per l'arte.

Progetto integrato: residenze d'Artista

Come dicevamo appunto, un progetto integrato prevede l'esistenza e la programmazione di residenze d'artista. Questo progetto mira a valorizzare la ricerca di artisti emergenti sia nazionali che internazionali, offrendo loro un luogo dove poter creare e sperimentare, proprio come fece Mario Di Bella. La vita e l'opera di Mario Di Bella rappresentano un prezioso contributo al patrimonio artistico siciliano e italiano.
La sua Casa Museo, a Trecastagninon solo conserva la sua inestimabile eredità, ma continua a promuovere la creatività e l'innovazione attraverso lungimiranti progetti, che vogliono rappresentare una ispirazione per le future generazioni di artisti. Per chi volesse saperne di più, può scrivere all'email mdbfoundation.isla@gmail.com


L'AUTO-BIOGRAFIA IN SINTESI

La vita è un viaggio straordinario, un percorso unico e irripetibile che ciascuno di noi percorre con passi diversi. Questa autobiografia racconta il viaggio di Mario Di Bella, un uomo mite che ha attraversato quasi un secolo di storia, vivendo esperienze intense e formative.

Nato a Trecastagni nel 1929, Mario ci porta con sé attraverso i ricordi della sua infanzia, la durezza del lavoro in cava, le sfide della guerra, la passione per il disegno e la pittura, fino ad arrivare ai giorni nostri. Ogni capitolo è un tassello che contribuisce a comporre il mosaico della sua esistenza, un ritratto autentico e sincero di un uomo che ha saputo affrontare le avversità con coraggio e determinazione.

Questo scritto non è solo un'autobiografia, ma un viaggio nel tempo, un ritorno al passato che ci permette di comprendere meglio il presente. È un'opportunità per riflettere sulle trasformazioni sociali e culturali che hanno segnato il nostro Paese, attraverso gli occhi di chi le ha vissute in prima persona.

Mario Di Bella ci offre un racconto intimo e personale, ma al tempo stesso universale, perché in ogni sua esperienza possiamo riconoscere un pezzo della nostra storia collettiva. La sua voce si unisce a quella di tutti coloro che, come lui, hanno contribuito a costruire il mondo in cui viviamo oggi.

Invito quindi il lettore a immergersi in queste pagine, a lasciarsi trasportare dal flusso dei ricordi di Mario, a condividere con lui le gioie e le difficoltà, le speranze e le delusioni. Perché la storia di Mario Di Bella non è solo la sua storia, ma è anche un po' la nostra.

Buona lettura!



Autobiografia scritta di suo pugno due anni prima della scomparsa..

Sono nato a Trecastagni il 12 ottobre 1929, da Salvatore e Domenica Torrisi, al n° 61 di via… oggi Corso Sicilia, accanto al Teatro Comunale. Di fronte abitava mio nonno materno Cirino, soprannominato "Montalbano", che gestiva una bottega di generi alimentari assieme alla seconda moglie Giuseppa, visto che la prima moglie, la mia vera nonna, Anna, era morta giovanissima. Con la seconda moglie Giuseppa ebbe un figlio che chiamarono Antonino (artigiano della pietra lavica e scultore). Nel quartiere del Teatro vecchio ho vissuto i primi dieci anni della mia vita, nella traversa di fronte al Teatro da ragazzi giocavamo a "ciappéduli" o a "màttuli" che erano batuffoli di cotone cuciti dentro calze vecchie e luride. Nel periodo di Natale giocavamo con le nocciole (nuciddi) accanto alla panchina davanti al Teatro; e così trascorrevamo gran parte della giornata. In estate, di sera, giocavamo certe volte seduti al centro della strada alla luce della lampada centrale senza essere disturbati perché da lì passava raramente qualche carrettiere. Dalla prima alla quarta elementare fui con il maestro R. Lizio nel vecchio Convento, dove accanto vi era un vecchio Mulino a vento, diroccato, in cui oggi vi sono le scuole elementari, costruite nel Dopoguerra quando avevo nove anni. Proprio a quell'età ci trasferimmo a Catania per un po' di tempo, ospiti di una cugina di mia madre, in Piazza Santo Spirito. Lì vicino, in Via Coppola, vi era la scuola V. Giuffrida dove ho fatto la quinta elementare con risultato pessimo. Dopo non molto tempo mio padre comprò una licenza d'esercizio pubblico (confezioni per bambini), negozio che fu gestito da mia madre in Via Garibaldi n° 203-205 dove andammo tutti ad abitare, nel frattempo mio padre faceva la spola tra Catania e Trecastagni per lavorare in una cava di sua proprietà dietro la Chiesetta della Madonna dell'Aiuto. Frequentai così il primo industriale in una traversa di Piazza Lanza e subito dopo nel vecchio convento di Piazza Dante, con esito negativo, anzi negativissimo. Vi era un maestro di disegno, un certo D'Angelo, questa era l'unica materia dove andavo discretamente. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, mio padre affittò per un periodo la cava a Trecastagni e andò a lavorare in Germania, nel frattempo mio fratello Sebastiano si impiegò da un sarto in Via Umberto, un certo Lo Re. Mio fratello Cirino (il mezzano) lavorò in una drogheria (Recca). Mia sorella Nuccia rimase in casa. Io per circa otto mesi, avevo l'età di 12-13 anni, frequentai la bottega del pittore Pippo Pappalardo in Via V. Emanuele, la porta accanto all'Arcivescovado. Durante questo periodo (1942-1943) gli americani bombardarono ripetutamente la città di Catania, così io con la mia famiglia ci rifugiammo a Trecastagni, in casa di una mia zia di nome Orazia, sorella di mia madre, in Via A. Ferrara. Per un periodo andai a lavorare persino come muratore con Mario Ferlito, trasportando calce e cemento con grande sofferenza e patimenti perché il mio fisico non era abbastanza robusto per quel pesante lavoro. Quando poi sbarcarono gli americani in Sicilia, pensando che le cose potessero peggiorare, mio padre rientrò dalla Germania per riunirsi a noi tutti. Così smisi di lavorare come muratore. Mio padre, ripreso il possesso della sua cava, ci impiegò tutti lì. Durante la guerra erano tempi di grande penuria e si trovava poco da mangiare così io e mio fratello Cirino passavamo le giornate a far girare il mulino costruito da mio padre, per ricavarne qualche chilo di farina. Non molto tempo dopo, passate le truppe d'occupazione inglesi, mia madre, mia sorella Nuccia e mio fratello Sebastiano ritornarono da Trecastagni a Catania e io e mio fratello Cirino rimanemmo con mio padre a Trecastagni. Mio fratello Cirino lavorava nella cava, e anch'io lì aiutavo, trasportando pietre (scarde) sulle spalle, benché il mio fisico non fosse abbastanza forte per sopportare quel tipo di lavoro. Quando avevo circa 16 anni i miei genitori mi fecero ritornare a Catania e mi mandarono come apprendista da un sarto dove già era impiegato mio fratello Sebastiano come capo lavorante nella sartoria Cusumano in Via Etnea di fronte al cinema Lo Pò. Dopo alcuni mesi mio fratello Sebastiano aprì una sartoria per conto suo e io vi lavorai con lui, in Via S.S.Trinità al n° 22, nel portone accanto abitava Emilio Bellassai e famiglia, dove io trascorsi con diversi amici tanto tempo lieto della mia gioventù. Compiuti 20 anni partii militare (scuola artiglieria contraerea Sabaudia) il 31 gennaio 1951 in servizio, e congedato il 22 aprile 1952, il 16 maggio del 1951 fui ricoverato all'ospedale militare di Roma per una grave pleurite, dimesso e mandato per un mese in convalescenza, poi per altri 90 giorni, di cui trenta all'ospedale di Messina per poi farmi rientrare idoneo al corpo. Poi mi mandarono in licenza per votare, e arrivai a casa in Sicilia febbricitante, così mi ricoverarono per l'ennesima volta per pleurite malcurata all'ospedale V. Emanuele il 26 di maggio per poi essere trasferito il 16 luglio all'ospedale di Messina dove fui dimesso il 5 settembre. Quando ebbi circa 12-13 anni, mio padre, vedendomi che ero molto appassionato nel disegno, non so chi glielo suggerì, mi portò dal pittore Rimini, allora molto conosciuto a Catania, accanto a Piazza Borgo, dove abitava a piano terra. La prima volta che andammo dal Maestro Rimini lo trovammo intento a dipingere una natura morta, un vaso di fiori di mimose. Mi disse che lui non faceva scuola di pittura, io gli feci vedere i miei disegni in un quaderno e lui mi suggerì di farli dal vero e che di tanto in tanto li avrebbe visti, poi a causa dei bombardamenti, dovemmo sfollare a Trecastagni, io e la mia famiglia, e tutto finì lì. Dopo il congedo militare lavorai come sarto per un lungo periodo potendo dipingere e disegnare sempre più di rado. Con mio padre e mio fratello Cirino ci interessammo anche di lavori stradali, in pittura facevo delle cose di tanto in tanto, soprattutto delle copie. Quando smisi di lavorare come appaltatore, avevo circa 41 anni, così iniziai a dipingere con grande tenacia a tempo pieno, producendo per intere giornate, fino ad oggi - ininterrottamente - alla veneranda età di 90 anni.

Mario Di Bella, 2019




Press Kit: Casa Museo Mario Di Bella

Per la prima volta, dopo la recente scomparsa, la casa dello stimato artista Trecastagnese, Mario Di Bella, apre al pubblico. Questa dimora, che è stata sia la residenza che lo studio dell'artista dal 1965 fino alla sua morte, è un tesoro di creatività e innovazione.

Nel corso di più di cinquant'anni (1965-2021), Mario Di Bella ha trasformato questa casa in un laboratorio di sperimentazione artistica, producendo una collezione di oltre 5.000 opere d'arte, tra disegni, dipinti e sculture. Questa collezione, insieme a una miriade di altri oggetti, ha creato un caleidoscopio di ricerca artistica che spazia dalla fine degli anni '40 ai giorni nostri.

Con l'apertura al pubblico della Casa Museo, si avvia anche un progetto integrato che prevede la creazione di residenze d'artista. Queste residenze saranno dedicate alla ricerca e alla valorizzazione del lavoro degli artisti emergenti, prevedendo contestualmente a un'importante opera di archiviazione e catalogazione dell'opera dell'artista, la catalogazione della nuova ricerca artistica italiana. Stiamo lavorando per creare un archivio esaustivo che non solo documenterà il passato artistico, ma che sarà anche un punto di riferimento per le future tendenze progettuali . Questo archivio includerà una collezione di portfolio di artisti accuratamente selezionati, offrendo un servizio di visione che permetterà agli appassionati d'arte e ai professionisti del settore di esplorare il lavoro di questi artisti in modo dettagliato.

Stiamo anche sviluppando una biblioteca e videoteca specializzate, dove sarà possibile accedere gratuitamente a una vasta gamma di contenuti e documentazioni. Questo spazio offrirà una varietà di risorse, tra cui libri di settore, riviste d'arte, cataloghi di mostre, documentari e interviste video degli artisti e con gli artisti. Questo servizio permetterà agli utenti di approfondire la loro comprensione dell'arte contemporanea, studiare le tecniche artistiche, indagare ricerca e sperimentazione e scoprire le storie dietro le opere d'arte.

Il nostro obiettivo è di creare una piattaforma accessibile e informativa che serva come un ponte tra gli artisti e il pubblico, promuovendo la comprensione e l'apprezzamento dell'arte in tutte le sue forme. Tutti gli artisti a cui abbiamo guardato e che abbiamo indagato a partire dagli anni '90 sono noti per il loro contributo significativo nel campo dell'arte contemporanea. Sono riconosciuti a livello internazionale per le loro opere uniche e innovative che spaziano dalla pittura, alla scultura, alle installazioni, alla performance e alla fotografia. Molti di loro hanno esposto in importanti musei e gallerie in tutto il mondo e hanno ricevuto numerosi riconoscimenti per il loro lavoro. Molti di questi sono noti per aver spinto i confini dell'arte, sfidando le convenzioni tradizionali e introducendo nuove idee e concetti attraverso le loro opere.

La Casa Museo diventerà un luogo di incontro e di intersezione per artisti, creativi e designer sia nazionali che internazionali, delineando una mappatura dettagliata di un paesaggio culturale esteso e composito.

La nostra organizzazione no profit è dedicata all'arte contemporanea, e si impegna a descrivere in modo dettagliato e attento le opportunità, le potenzialità e i punti di forza di un panorama culturale variegato. Ci impegniamo a raccontare il nostro rapporto con la creatività, la ricerca, la sperimentazione, e il confronto con le capacità di generare e rigenerare il presente e di immaginare il futuro attraverso l'arte.

Il nostro obiettivo è esplorare le migliori energie creative e metterle in relazione con i valori di un territorio ricco di storia, di passato e di memoria storica, utilizzando l'arte contemporanea come strumento per produrre cultura.

Orientamento ed esplorazione saranno le parole chiavi attraverso le quali interpreteremo il lavoro svolto per rilevare la presenza di quelle istituzioni private che nel nostro Paese hanno eletto l'arte contemporanea come strumento per produrre cultura. Queste istituzioni promuovono e sostengono ogni giorno le giovani generazioni di artisti e professionisti, costruendo e alimentando il dialogo con le comunità locali e le reti internazionali.

La nostra ricerca ha fatto emergere una rete capillare e diffusa, che rivela un aspetto fondamentale e nevralgico del sistema italiano dell'arte contemporanea. Questa rete è composta da sessantatré fondazioni, associazioni e imprese che nelle loro sedi aperte al pubblico offrono con continuità un'articolata programmazione incentrata sulle mostre.

Le organizzazioni del privato non profit, modellate sul museo piuttosto che sulla galleria, sono spazi intensivi che concentrano in una dimensione piccola e media un articolato ventaglio di funzioni. La loro attività costituisce un laboratorio di sperimentazioni, un ampio bacino progettuale e propositivo che tenta di conciliare risorse e innovazione, integrando e arricchendo l'offerta pubblica. Questo crea un circuito nazionale che accresce i consumi virtuosi del turismo culturale, interessando grandi città e piccoli centri, quartieri storici e periferie.




Il lavoro di Mustafa Ozel si distingue per la sua profondità emotiva e la precisione tecnica. Utilizzando principalmente l'olio su tela, l'artista esplora temi universali come l'identità, la memoria e l'esperienza umana. Le sue opere sono caratterizzate da un uso magistrale della luce e dell'ombra, che conferisce ai suoi soggetti una presenza quasi...

Olivia Gay, nata nel 1973, è una fotografa documentarista francese la cui opera si concentra principalmente sulla posizione delle donne e sulle questioni legate al lavoro nel mondo contemporaneo, in particolare in Francia. La sua serie "Origines", realizzata nel 2020 come parte della "Mission photographique Grand Est" commissionata dalla regione...

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Guillermo Kuitca, nato a Buenos Aires il 22 gennaio 1961, è un artista argentino di fama internazionale, noto per le sue opere che incorporano mappe geografiche e piani architettonici. La sua arte, pur non essendo apertamente politica, sembra fare riferimento a temi di perdita e migrazione.