Nelle sue opere, Luigi Pirandello ci offre una lente attraverso la quale possiamo osservare le complessità dell'esistenza umana. Un passaggio particolare de "Il fu Mattia Pascal" invita a riflettere sulla distinzione tra coloro che comprendono e coloro che vivono nell'ignoranza, e su come questa differenza plasmi la nostra esperienza della vita.
La techne greca e la bellezza: una riflessione di Philippe Daverio
Secondo Wikipedia la bellezza è un concetto astratto, generalmente definita come la qualità di una cosa che viene percepita (specialmente con la vista e l'udito) e che fornisce una sensazione duratura di piacere, significato o soddisfazione. La cosa può essere un luogo, un paesaggio, una persona, un essere vivente, un oggetto, un'idea o un'opera d'arte.
Philippe Daverio, noto critico d'arte e storico, ha spesso esplorato concetti profondi legati all'arte e alla cultura. Una delle sue riflessioni più affascinanti riguarda la distinzione tra "arte" e "techne" nella cultura greca antica. Secondo Daverio, la parola "arte" non esisteva nel vocabolario greco; il termine utilizzato era "techne", che non si riferisce semplicemente alla tecnica, ma alla capacità di realizzare qualcosa in modo eccellente e utile, rendendola "agathòs", ovvero buona e funzionale.
La techne: oltre la tecnica
La techne greca rappresentava una forma di conoscenza pratica e creativa, un sapere che permetteva di fare le cose nel miglior modo possibile. Questo concetto si estendeva oltre la mera abilità tecnica, includendo una comprensione profonda del processo e del fine ultimo dell'opera. In questo senso, la techne era strettamente legata all'idea di utilità e valore intrinseco, simile al soldato valoroso in battaglia che è "buono" perché serve al suo scopo nella maniera migliore.
La bellezza e l'utilità
In italiano, spesso utilizziamo il termine "bello" per descrivere qualcosa di ben fatto o gustoso, come un "bel piatto di spaghetti". Questo uso riflette una concezione della bellezza che va oltre l'estetica, abbracciando anche l'efficacia e la qualità. Daverio sottolinea come gli italiani, inconsapevolmente, siano tra i filosofi più attenti del mondo, capaci di riconoscere e apprezzare la bellezza nella sua forma più pratica e quotidiana.
Salvare la Bellezza
Una delle affermazioni più provocatorie di Daverio è che non è la bellezza a salvare il mondo, ma piuttosto il contrario: è nostro compito salvare la bellezza. Questo implica un impegno attivo nel preservare e valorizzare ciò che è bello e buono nel mondo. La bellezza, secondo Daverio, non è solo un concetto estetico, ma un valore che richiede cura e attenzione costante.
La riflessione di Philippe Daverio sulla techne greca e sulla bellezza ci invita a riconsiderare il nostro approccio all'arte e alla cultura. Non si tratta solo di ammirare ciò che è esteticamente piacevole, ma di riconoscere e valorizzare l'utilità e la qualità intrinseca delle cose. In un mondo in cui spesso la superficialità prevale, il messaggio di Daverio risuona come un richiamo a un impegno più profondo e consapevole verso la bellezza e il bene comune.
La parola «arte» non esiste in greco, il concetto unico usato dai greci era la techne, che non è la tecnica ma è la capacità di capire come si fa a fare una cosa in modo che sia agathòs, cioè renderla utilizzabile, utile. Agathòs è buono in quanto serve al suo scopo nella maniera migliore, come il soldato valoroso in battaglia. In italiano ancora oggi noi diciamo «un bel piatto di spaghetti», per intendere non che è bello ma che è buono, che è la migliore espressione della ricetta. Gli italiani sono i filosofi più attenti del mondo, ma ne sono inconsapevoli. [...] Non è la bellezza che salverà il mondo, o salverà noi: è proprio l'opposto. Il nostro compito è tentare di salvare la bellezza.
Philippe Daverio, Che cos'è la bellezza, 2022
Philippe Daverio è stato una figura iconica nel panorama culturale italiano, noto per i suoi programmi televisivi e le sue opere letterarie1. Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, Daverio ha dedicato la sua vita alla diffusione della cultura e della bellezza. Ha condotto programmi come "Passepartout" e "Il Capitale Culturale", attraverso i quali ha reso l'arte accessibile a un vasto pubblico.
Nel suo libro "Che cos'è la bellezza"(2022), Daverio esplora il concetto di bellezza attraverso i secoli, partendo dai greci fino alla modernità3. Egli sottolinea come la bellezza non sia solo un aspetto estetico, ma abbia anche un valore etico fondamentale.
La sua riflessione sulla "techne" greca, che non è solo tecnica ma capacità di creare qualcosa di utile e buono, è un esempio di come egli unisce storia dell'arte, filosofia e vita quotidiana.
Daverio ci invita a riflettere su come salvare la bellezza, piuttosto che essere salvati da essa, sottolineando l'importanza di mantenere viva la cultura e di trasmetterla alle future generazioni.
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