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Joker: Folie à Deux. Un’opera filosofica sulla solitudine e la follia della società moderna
In un'epoca in cui la decostruzione delle mitologie dei supereroi è diventata una lente attraverso cui osservare la nostra realtà, "Joker: Folie à Deux" emerge come un'opera straordinaria. Diretto da Todd Phillips e sceneggiato con Scott Silver, questo sequel non solo continua la narrazione del clown psicopatico Arthur Fleck, ma lo fa con una profondità che sfida le convenzioni del cinema di genere.
La decostruzione della società dello spettacolo
Il film si inserisce in una tradizione critica che risale a Guy Debord e alla sua analisi della società dello spettacolo. In "Folie à Deux", lo spettacolo non è più solo un intrattenimento, ma un luogo psicotico della mente, un simulacro che ha perso ogni contatto con la realtà. Arthur Fleck, sempre meno Joker e sempre più se stesso, si trova estraneo a un mondo che confonde la rivolta con il gioco, dove i giovani truccati da Joker cercano di sovvertire tutto senza comprendere la vera natura della loro ribellione.
Una critica anticapitalista e proletaria
La critica anticapitalista, iniziata con la trilogia di Christopher Nolan su Batman, trova qui una nuova espressione. La società fondata sullo spettacolo è messa a nudo nelle sue ultime propaggini: il mondo dei social media e degli influencer. Joker, con la sua domanda "Sono solo io o tutto sta diventando più folle là fuori?", incarna la disillusione di un'umanità che ha perso la sua identità, svuotata di se stessa e incapace di ritrovare un senso di appartenenza.
La ricerca dell'umanità perduta
Il cuore del film è la struggente ricerca di Arthur Fleck per ritrovare la sua umanità perduta. La sua relazione con Lee Quinzel (Lady Gaga) rappresenta una speranza fragile, un miraggio di bellezza e amore in un mondo altrimenti desolato. Tuttavia, questa speranza è costantemente minacciata dalla realtà brutale che affiora sempre, ricordandoci che ogni tentativo di recupero è intrinsecamente doloroso.
Un'opera filosofica sulla crisi della civiltà occidentale
"Joker: Folie à Deux" non è solo un film su un personaggio iconico, ma una riflessione filosofica sulla crisi della civiltà occidentale. La difficoltà di tornare alla normalità, sia nel film che nella nostra realtà post-pandemia, è un tema centrale. La civiltà occidentale sembra essere avvitata su se stessa, incapace di procedere oltre le sue crisi permanenti.
In definitiva, "Joker: Folie à Deux" è un'opera che va oltre il semplice intrattenimento. È un urlo disperato che chiede amore e comprensione in un mondo sempre più alienante e alienato. Todd Phillips ci mostra che, nonostante tutto, ogni essere umano può essere recuperato, anche se il percorso è irto di sofferenza e disillusione. E come dice Joker stesso, "That's all folks", ricordandoci che, alla fine, siamo tutti soli nella nostra ricerca di significato.
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