Il consenso nell'era del populismo: una riflessione sociologica e psicoanalitica

21.03.2025

Il consenso politico, specialmente in contesti populisti, si costruisce spesso su un delicato equilibrio tra emozione e identificazione. Questo fenomeno, che sembra semplice in superficie, nasconde dinamiche complesse che meritano un'analisi profonda. Certa dinamica populista sembra basarsi su un senso di identificazione e vicinanza tra il leader e il popolo, spesso enfatizzando la semplicità e la praticità rispetto alla competenza o alla profondità. Questo può creare un ciclo in cui la delusione verso figure percepite come "migliori" porta a scegliere leader che sembrano più simili a noi, anche se ciò potrebbe non favorire il progresso collettivo.

Sociologicamente, questo fenomeno può essere analizzato attraverso il concetto di "populismo emotivo" dove il leader sfrutta sentimenti comuni come la frustrazione o il senso di tradimento per costruire un legame con l'elettorato. È una strategia che può essere molto efficace, ma che rischia di limitare il dibattito pubblico e la crescita culturale. Ne parliamo qui.


La costruzione del consenso: tra emozione e pragmatismo

Il populismo si nutre di un linguaggio che parla direttamente al "cuore" delle persone. I leader populisti spesso si presentano come "uno di noi" enfatizzando la loro vicinanza al popolo e minimizzando la distanza intellettuale o culturale. Questo approccio crea un senso di appartenenza, ma rischia di scoraggiare il progresso intellettuale e culturale. La retorica del "non serve studiare, basta il buon senso" diventa un'arma potente, ma anche un limite per la crescita collettiva.

La psicoanalisi del populismo

Dal punto di vista psicoanalitico, il populismo può essere visto come una risposta a un trauma collettivo. La delusione verso le élite tradizionali, percepite come distanti o corrotte, genera un vuoto emotivo che il leader populista riempie. Questo leader diventa una figura quasi genitoriale, che promette protezione e semplicità in un mondo complesso. Tuttavia, questa dinamica può portare a una regressione psicologica, dove l'elettorato si accontenta di soluzioni semplici e immediate, evitando il confronto con la complessità.



La propaganda come strumento di intrattenimento

La propaganda populista non si limita a informare o persuadere; essa intrattiene. Attraverso slogan accattivanti, narrazioni emotive e un uso sapiente dei media, il messaggio populista diventa un prodotto culturale. Questo intrattenimento, però, può anestetizzare il pensiero critico, trasformando il dibattito politico in uno spettacolo.

Il sistema populista, basato sull'identificazione emotiva e sulla semplicità, è stato utilizzato da diversi leader nel corso della storia. Ad esempio, figure come Donald Trump negli Stati Uniti, Jair Bolsonaro in Brasile e Viktor Orbán in Ungheria hanno sfruttato retoriche simili per costruire il loro consenso. Questi leader spesso si presentano come "uno di voi" enfatizzando la loro vicinanza al popolo e minimizzando la distanza intellettuale o culturale. Questa strategia non è nuova: anche in passato, leader come Benito Mussolini in Italia o Juan Perón in Argentina hanno utilizzato approcci simili per consolidare il loro potere. La retorica del "non serve studiare, basta il buon senso" è una costante in molti movimenti populisti, che mirano a creare un legame diretto e immediato con l'elettorato.


Il populismo, come fenomeno politico e sociale, ha radici profonde e si è manifestato in diverse forme nel corso della storia. La sua essenza risiede nella capacità di un leader di creare un legame diretto con il popolo, spesso bypassando le istituzioni tradizionali e le élite. Questo approccio ha prodotto episodi emblematici e aneddoti che aiutano a comprendere meglio il suo impatto.

Origini storiche del populismo

Il termine "populismo" nasce nel XIX secolo, inizialmente associato al movimento populista russo, noto come narodničestvo. Questo movimento cercava di migliorare le condizioni di vita dei contadini attraverso un socialismo rurale, opponendosi alla società industriale occidentale. Un episodio significativo fu il tentativo di "andare al popolo" quando giovani intellettuali si trasferirono nelle campagne per educare i contadini e promuovere la rivolta. Tuttavia, il linguaggio e le idee degli intellettuali erano spesso incomprensibili per i contadini, portando a un fallimento e a una repressione statale molto severa.

Il populismo nel XX secolo

Nel XX secolo, il populismo ha trovato terreno fertile in America Latina. Juan Perón in Argentina è un esempio emblematico: attraverso il peronismo, Perón costruì un rapporto diretto con le masse lavoratrici, promettendo giustizia sociale e diritti per i lavoratori. Un aneddoto famoso riguarda il suo discorso dal balcone della Casa Rosada, dove migliaia di argentini si radunarono per ascoltarlo, trasformando il momento in un simbolo di unità nazionale.

In Europa, il populismo ha assunto forme diverse. Benito Mussolini in Italia utilizzò una retorica che esaltava il popolo italiano e prometteva un ritorno alla grandezza nazionale. Un episodio significativo fu la marcia su Roma nel 1922, che segnò l'inizio del regime fascista. Mussolini sfruttò abilmente il malcontento popolare per consolidare il suo potere.

Il populismo contemporaneo

Negli ultimi decenni, il populismo ha visto una rinascita globale. Donald Trump negli Stati Uniti ha utilizzato slogan come "Make America Great Again" per creare un legame emotivo con gli elettori. Jair Bolsonaro in Brasile ha adottato una retorica simile, promettendo di combattere la corruzione e di rappresentare il "vero popolo brasiliano"

Un aneddoto interessante riguarda Viktor Orbán in Ungheria, che ha utilizzato una campagna contro l'immigrazione per rafforzare il suo consenso. Orbán ha installato cartelloni in tutto il paese con messaggi che enfatizzavano la protezione dei valori ungheresi, trasformando la questione migratoria in un tema centrale della sua politica.

Il populismo, con le sue promesse di semplicità e vicinanza al popolo, continua a influenzare profondamente la politica globale. Gli aneddoti e gli episodi storici ci mostrano come questo fenomeno sia stato utilizzato per costruire consenso, spesso a scapito della complessità e del progresso. Riflettere su questi esempi ci aiuta a comprendere meglio le dinamiche che lo alimentano e le sfide che pone.


Giorgia Meloni rappresenta un esempio contemporaneo di come il populismo si adatti ai contesti politici e culturali specifici. Come leader di Fratelli d'Italia e attuale Primo Ministro italiano, Meloni ha costruito il suo consenso enfatizzando temi come la sovranità nazionale, la difesa dei valori tradizionali e una retorica anti-élite. Questo approccio la colloca in una tradizione populista che si nutre di un forte legame emotivo con l'elettorato.

La retorica e il consenso

Meloni utilizza una retorica che parla direttamente alle preoccupazioni e ai sentimenti del "popolo" spesso contrapponendoli alle élite percepite come distanti o corrotte. Ad esempio, ha criticato apertamente le politiche migratorie dell'Unione Europea, presentandosi come una difensora degli interessi italiani. Questo le ha permesso di consolidare il sostegno tra gli elettori che si sentono trascurati o minacciati dai cambiamenti globali.

Il contesto storico e culturale

L'Italia ha una lunga storia di populismo, da Mussolini a Berlusconi, e Meloni si inserisce in questa tradizione con un approccio moderno. A differenza di alcuni leader populisti del passato, Meloni ha cercato di bilanciare la sua retorica con un pragmatismo politico, ad esempio mantenendo relazioni con l'Unione Europea e gli Stati Uniti, nonostante le sue posizioni euroscettiche iniziali.

Aneddoti significativi

Un episodio emblematico è stato il suo discorso di insediamento, in cui ha enfatizzato il concetto di "Dio, patria e famiglia" un richiamo ai valori tradizionali che risuonano profondamente in una parte dell'elettorato italiano. Questo slogan, pur essendo semplice, è carico di significati emotivi e culturali che rafforzano il legame con il suo pubblico.

Meloni, come molti leader populisti, utilizza i media in modo strategico per amplificare il suo messaggio, trasformando il dibattito politico in una narrazione che intrattiene e mobilita.


Un invito alla riflessione

Comprendere queste dinamiche è il primo passo per superarle. La sfida è trovare un equilibrio tra emozione e razionalità, tra appartenenza e progresso. Solo così possiamo costruire una società che non si accontenti di leader che "sono come noi," ma che aspiri a leader che ci ispirino a essere migliori.


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Alfred Chuang è una figura emblematica nel panorama tecnologico globale, il cui nome è sinonimo di innovazione, imprenditorialità e leadership. Dalla sua carriera iniziale presso Sun Microsystems negli anni '80, fino alla fondazione di BEA Systems, Chuang ha dimostrato di essere un pioniere in grado di plasmare il futuro della tecnologia. Oltre ai...