Davide Nanni: quando la cucina va oltre le stelle

12.03.2024


Davide Nanni, chef abruzzese noto per la sua passione per la cucina all'aria aperta, è diventato un simbolo di autenticità e di amore per la natura. La sua storia è quella di un viaggio culinario che inizia nei boschi e si intreccia con le esperienze in alcuni dei ristoranti più rinomati al mondo.





Ecco alcune delle sue ricette note per la loro semplicità e l'uso di ingredienti naturali:

  1. Ceci Ripieni: Fagottini fritti profumati di cannella e arancia, una ricetta tradizionale abruzzese per le festività.
  2. Fialdoni Abruzzesi: Un piatto veloce a base di farina, uova, vino bianco, olio evo e sale, tipico della cucina abruzzese.
  3. Pallotte Cacio e Ova: Classico della cucina abruzzese, realizzato con mollica di pane raffermo, pecorino, formaggio grattugiato, uova, prezzemolo, farina e un sugo di pomodoro aromatico.

Queste ricette riflettono la filosofia di cucina di Nanni, che valorizza la tradizione e la genuinità dei sapori.


Nanni ha iniziato la sua carriera nel prestigioso ristorante di Giorgio Locatelli a Londra, dove, nonostante l'entusiasmo iniziale, ha affrontato sfide e difficoltà che hanno messo a dura prova il suo spirito. Le condizioni lavorative, spesso estenuanti e oppressive, lo hanno portato a prendere una decisione coraggiosa: lasciare quel mondo per ritrovare se stesso e la sua passione per la cucina.

La sua scelta di cucinare nei boschi, utilizzando tecniche semplici ma efficaci, è stata una dichiarazione d'amore verso la cucina genuina e verso la libertà di espressione culinaria. Nanni ha trovato nella natura non solo un rifugio ma anche una fonte inesauribile di ispirazione per i suoi piatti, che raccontano storie di terra e tradizione.

Il caso di Nanni non è isolato. Il mondo dei ristoranti stellati, spesso percepito come l'apice della raffinatezza culinaria, nasconde talvolta realtà meno brillanti. Storie di stipendi inadeguati, orari lavorativi insostenibili e mancanza di rispetto per i diritti dei lavoratori sono emerse in varie occasioni, sollevando interrogativi sull'etica di alcune pratiche nel settore della ristorazione di alto livello.

La vicenda di Nanni e le testimonianze di altri cuochi sottolineano l'importanza di un cambiamento nel settore, dove il rispetto per i lavoratori dovrebbe essere al centro dell'attenzione tanto quanto la qualità dei piatti serviti. La cucina di Nanni, libera e selvaggia, diventa così un manifesto per una gastronomia che valorizza l'individuo e l'ambiente, oltre che il palato.

La storia di Davide Nanni ci ricorda che dietro ogni piatto c'è una persona, con i suoi diritti e le sue passioni. È un invito a riflettere sulla realtà che si cela dietro le quinte dei ristoranti stellati e a valorizzare quei cuochi che, come Nanni, scelgono di seguire un percorso di cucina più autentico e rispettoso dell'uomo e della natura.

La lezione della storia di Davide Nanni è molteplice:

  1. Passione e autenticità: La passione autentica per la cucina può portare a scelte coraggiose e a un successo non convenzionale.
  2. Rispetto dei diritti: La storia mette in luce l'importanza del rispetto dei diritti dei lavoratori nel settore della ristorazione, spesso trascurati in nome del prestigio.
  3. Valore della semplicità: La semplicità e il ritorno alle radici possono essere più gratificanti e soddisfacenti di qualsiasi riconoscimento formale.
  4. Critica alla falsità: È una critica alla realtà spesso nascosta di alcuni ambienti lavorativi di alto livello, dove la facciata di successo può nascondere verità scomode.
  5. Importanza dell'ambiente: La scelta di cucinare all'aria aperta sottolinea l'importanza di un ambiente di lavoro sano e ispiratore.

In definitiva, la storia di Nanni ci invita a riflettere sul vero significato del successo e sulla necessità di perseguire una carriera che sia in armonia con i propri valori e benessere.



L'unica cosa che so è che cucinare richiede spirito leggero e rispetto. Oggi vi racconto un po' di me. Nasco da una famiglia di contadini, provengo da un paesino in Abruzzo, Castrovalva, che oggi conta 10 abitanti. Prima di diventare uno chef, ero questo e lo sono ancora. Ecco da dove nasce il mio immenso amore per la materia prima. La mia famiglia vive lì e porta avanti una piccola azienda agricola, con un allevamento ovi-caprino e gestisce un piccolo agriturismo. Mi hanno insegnato che, non è vero che l'unica cosa che conta è arrivare ma non si deve mai dimenticare da dove si proviene. Si può andare ovunque nel mondo, ma senza radici affondi.

Davide Nanni  

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