Nel XV secolo, Roma fu teatro di una scoperta tanto affascinante quanto misteriosa: la tomba di Tullia, figlia dell'oratore romano Marco Tullio Cicerone. La leggenda narra che, durante alcuni scavi lungo la Via Appia, gli operai trovarono una sepoltura che conteneva un corpo perfettamente conservato, come se fosse stato tumulato da poco, e una...
Critica, epistemologia e architettura: il pensiero di Feyerabend
ispirato e dedotto da un assunto logico di Luigi Prestinenza Puglisi
Paul Feyerabend, un filosofo della scienza noto per la sua visione iconoclasta, ci ricorda che la ricerca di certezze inoppugnabili è un'impresa illusoria. La sua affermazione che "tutto può andar bene" riflette una prospettiva secondo cui non esiste una metodologia universale e infallibile; piuttosto, ogni teoria e pratica è vulnerabile a critiche e revisioni.
La filosofia di Feyerabend applicata all'architettura
Trasferendo questo concetto all'architettura, dire che "tutto può andar bene" implica il riconoscimento che non esiste una teoria dell'architettura perfetta e priva di difetti. Ogni costruzione teorica nell'architettura è soggetta a ipotesi ad hoc, arbitrarietà e ambiguità. È la critica costante che svela queste debolezze e permette un miglioramento continuo.
La natura circolare delle teorie
Feyerabend sottolinea che tutti i discorsi teorici sono fondati su circoli viziosi. Questo significa che ogni teoria è costruita su basi che, una volta analizzate criticamente, rivelano la loro natura arbitraria. Questo non implica che tutte le teorie siano uguali o di pari valore. Alcune possono essere più eleganti, pratiche o utili di altre, ma tutte condividono la caratteristica di essere costruzioni umane, imperfette e migliorabili.
Critica come essenza della scienza e dell'architettura
Nel contesto epistemologico, Feyerabend afferma che non esiste la scienza, ma solo la critica della scienza. Questo si applica anche all'architettura: non esiste una teoria definitiva e incontestabile dell'architettura, ma solo la critica alle teorie dell'architettura. È attraverso questo processo critico che si possono scoprire nuove soluzioni e approcci, sfidando le convenzioni e promuovendo l'innovazione.
Il pensiero di Feyerabend ci invita a rimanere aperti e critici, riconoscendo che la perfezione è un miraggio e che il miglioramento deriva dalla continua interrogazione e revisione delle nostre teorie e pratiche. In architettura, come nella scienza, la critica non è solo un atto distruttivo, ma un processo costruttivo che ci permette di avanzare verso nuove comprensioni e possibilità.
Paul Feyerabend: l'iconoclasta della scienza
Paul K. Feyerabend, storico e filosofo della scienza, è noto per le sue visioni anticonformiste e provocatorie che sfidano i preconcetti tradizionali. Nato a Vienna nel 1924 e morto a Ginevra nel 1994, Feyerabend ha avuto una carriera accademica impressionante, insegnando alla University of California, Berkeley, e al Politecnico di Zurigo. Il suo pensiero è caratterizzato da una critica radicale della metodologia scientifica e delle istituzioni che la sostengono.
Dialoghi immaginari e critica radical
Attraverso dialoghi immaginari, Feyerabend esplora le tensioni tra coloro che credono di sapere e coloro che riconoscono la propria ignoranza. Questi dialoghi non solo sfidano la rigidità della scienza e dei suoi pregiudizi, ma si estendono a temi cruciali come la scuola, l'autoritarismo, la medicina e perfino l'astrologia. La sua capacità di usare il paradosso e l'ironia lo rende un pensatore unico, capace di svelare le contraddizioni e le ambiguità nelle teorie comunemente accettate.
L'anti-metodo di Feyerabend
Il libro più famoso di Feyerabend, "Contro il metodo. Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza" (1991), è un attacco diretto contro l'idea che la scienza possa seguire un unico metodo rigido e universale. Egli sostiene che non esiste una metodologia che possa garantire la verità scientifica in modo inoppugnabile. Piuttosto, promuove un approccio pluralistico alla scienza, in cui diverse metodologie possono coesistere e dove l'innovazione nasce dalla libertà di esplorare vie alternative.
La critica alla scienza come autorità
In "La scienza in una società libera" (1981) e "Il realismo scientifico e l'autorità della scienza" (1983), Feyerabend contesta l'idea che la scienza debba avere un'autorità incontestabile nelle decisioni sociali e politiche. Egli argomenta che la scienza, come qualsiasi altro sistema di conoscenza, è influenzata da pregiudizi culturali e interessi di potere. Pertanto, le sue pretese di superiorità devono essere messe in discussione.
L'impatto della filosofia di Feyerabend
L'anticonformismo di Feyerabend ha influenzato molti settori, dalla filosofia della scienza alla sociologia della conoscenza. Il suo pensiero induce a riflettere criticamente su come accettiamo e validiamo le conoscenze e su come le strutture di potere influenzino ciò che consideriamo vero. Feyerabend ci invita a considerare che tutte le teorie, per quanto eleganti o pratiche, sono costruzioni umane imperfette, e che il progresso nasce dalla critica continua.
Apparso per la prima volta nel 1975, Contro il metodo ha segnato un prima e un dopo nella riflessione filosofica sulla scienza.
Nel suo provocatorio attacco al metodo, Feyerabend si schiera contro una filosofia della scienza che, pur non avendo al suo attivo una sola scoperta importante, beneficia della posizione di potere acquisita dalla scienza, pretendendo addirittura di imporle i canoni e le norme cui uniformarsi.
Ma la scienza ha bisogno della libertà più assoluta e, in questo senso, è un'impresa essenzialmente anarchica, non riconoscendo alcun vincolo alla sua attività, né alcuna autorità al di sopra di sé, neppure la ragione. Le regole che i filosofi della scienza sono venuti astraendo dal suo progredire hanno creato entità fittizie che non hanno più nulla in comune con il concreto procedere della ricerca. Lo studio della storia della scienza dimostra infatti che l'applicazione delle norme inventate dagli epistemologi avrebbe reso impossibile lo sviluppo scientifico.
Per Feyerabend il progresso scientifico – da considerare solo alla luce del contesto storico – richiede, invece, che inventività e creatività non vengano inibite ma possano svilupparsi e manifestarsi senza freni.
In occasione dei trent'anni dalla morte di Feyerabend e a cento anni dalla sua nascita, questa nuova edizione aggiornata propone la versione definitiva di un testo ormai classico del pensiero di uno dei più imponenti intellettuali del Novecento. Arricchisce il volume l'Introduzione di Ian Hacking, uno dei più importanti filosofi della scienza contemporanei, e la Postfazione di Giulio Giorello, scritta in occasione della prima edizione italiana.
Il progresso intellettuale vive di creatività, non di regole.
La scienza vive di anarchia, non di ordine.
L'edizione definitiva di un classico del pensiero contemporaneo.
Federico Faggin, il padre del microprocessore e uno dei pionieri dell'intelligenza artificiale, crede che l'intelligenza artificiale (IA) non potrà mai superare l'uomo per una ragione fondamentale: la coscienza umana. Secondo Faggin, la coscienza, il libero arbitrio, il dubbio e i sentimenti sono qualità che non possono essere replicate da una...