Come Scrivere con Potenza e Audacia del Giorno dei Trapassati
(lettera aperta agli scribacchini di turno con tanto di barba e testa d'uovo)
**New York 3024**
Il cimitero o camposanto o necropoli o sepolcreto o ultima dimora non è più quel luogo deserto, silenzioso e lugubre di tomba e mortorio. Non è più così, non perché mi ripugni la delazione convenzionale, ma per richiamare alla massa galleggiante d'occhi, di gambe e di poco intelletto un giorno illustre, grande, radioso: il giorno dei nostri cari trapassati. Non più morti, ma sempre più vivi. Non giacciono più nella densità della terra né in quella condizione che precede la nascita, né in alcun modo nei mutamenti della vita. Essi perdurano nei tempi senza sera e mattino, in un eterno raggiante sole aurorale.
Dietro un muro scrostato, l'ansare e lo sciacquío di una donna che piange, sprofondata nell'anima di chi non può più toccare, tacere, sentire, è miracolo bastante a sbalordire sestilioni di miscredenti. Guardate la vita che grava famelica sul petto, ma i nostri cari vivi, come il canto delle sirene, cancellano ogni nebbia. Nasce nel cuore un sentimento placido di lago calmo, un'estesa monotonia di silenzio. Tutto tace, si colora di assenza, un arido manto scuro di marmo nero. Qualche luce appare nella nebbiolina, ora più vicina, ora lontana, si rinnova, si perde.
Questo corpo che ora troppo ci pesa, non è rimasto che qualche brandello di muro. Tutto ora è nebbia, nessuna croce manca. Eccovi un uomo.
TRADUZIARIO
Il cimitero, un tempo luogo deserto, silenzioso e lugubre, è ormai trasformato. Non parlo solo della convenzione del silenzio e della desolazione, ma di un giorno grande e radioso, dedicato ai nostri cari trapassati. Non più morti, ma sempre più vivi. Non giacciono più nella densità della terra né in condizioni sospese tra la vita e la morte. Essi perdurano, vivi in ogni presenza e divenire, nei tempi senza sera e mattino.
Dietro un muro scrostato, una donna piange, sciacquío e ansare di chi è sprofondata nell'anima. In quel pianto si annida un miracolo capace di sbalordire sestilioni di miscredenti. La vita, che grava famelica sul petto, viene cancellata come nebbia dal canto delle sirene. Nasce nel cuore un sentimento placido di lago calmo, dove tutto tace e si colora di assenza, un arido manto scuro di marmo nero.
Una luce appare nella nebbiolina, a volte vicina, a volte lontana, sempre rinnovata e perduta. Con questo corpo che ora troppo ci pesa, rimangono solo brandelli di muro, e tutto si dissolve nella nebbia. Nessuna croce manca. Eccovi un uomo.
Scrivere del giorno dei trapassati con potenza e audacia significa entrare in uno stato d'animo che mescola malinconia, riflessione e una profonda connessione con l'essenza della vita e della morte. È un invito a superare il confine tra il visibile e l'invisibile, a dare voce a ciò che spesso rimane inespresso.
La malinconia del ricordo
La malinconia è intrinsecamente legata al giorno dei trapassati. Ricordare chi non c'è più significa immergersi in un mare di emozioni contrastanti: la gioia dei ricordi condivisi e il dolore della perdita. Questo stato d'animo richiede una sensibilità acuta, capace di navigare tra le memorie felici e il vuoto lasciato dalle persone care. La malinconia non è solo tristezza, ma anche un modo per onorare e mantenere vivo il legame con chi ci ha preceduto.
La riflessività esistenziale
Riflettere sulla morte ci porta inevitabilmente a riflettere sulla vita. Il cimitero, con le sue tombe e i suoi monumenti, diventa uno specchio in cui vediamo riflessi i nostri timori, le nostre speranze e le nostre domande più profonde. Scrivere con potenza e audacia su questo tema significa affrontare senza paura le grandi domande dell'esistenza: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. È un'occasione per esplorare la fragilità e la bellezza della vita, per dare un senso alla nostra esperienza umana.
La connessione con l'Invisibile
Il giorno dei trapassati ci invita a riconoscere la presenza del sacro nella nostra vita quotidiana. Non è solo un momento di lutto, ma anche di celebrazione della continuità della vita. Le anime dei nostri cari non sono scomparse, ma continuano a vivere in un'altra forma. Sentire questa presenza invisibile richiede apertura e ascolto. È un'esperienza che può portare conforto e pace, una riconnessione con qualcosa di più grande di noi stessi.
L'audacia di sentire e scrivere
Scrivere con audacia su questo tema significa avere il coraggio di esprimere le proprie emozioni più intime e profonde. È un atto di vulnerabilità e forza insieme. Significa mettere su carta la propria anima, senza paura di essere giudicati. L'audacia sta nel non nascondere nulla, nel lasciare che le parole scorrano liberamente, dando voce a ciò che di solito rimane nascosto nel profondo del cuore.
Il giorno dei trapassati è un momento potente e significativo, che ci invita a esplorare la complessità delle nostre emozioni e a connetterci con l'essenza della vita e della morte. Scrivere con potenza e audacia su questo tema significa abbracciare la malinconia, riflettere profondamente sull'esistenza, riconnettersi con l'invisibile e avere il coraggio di esprimere le proprie emozioni più intime. È un viaggio che può arricchire la nostra comprensione della vita e del suo significato più profondo.
REGOLAMENTARIO
#### 1. Connettiti con le Emozioni
Permetti a te stesso di sentire profondamente la malinconia e la riflessione. Trasforma le tue sensazioni in parole che vibrano di autenticità.
#### 2. Onora il Ricordo
Scrivi per celebrare la vita dei trapassati. Rendili presenti nelle tue parole, vivi e luminosi.
#### 3. Usa Metafore Potenti
Sfrutta immagini evocative. Paragona le emozioni a fenomeni naturali: un lago calmo, un sole radioso.
#### 4. Sii Audace e Vulnerabile
Non temere di esprimere le tue emozioni più intime. La forza sta nella sincerità e nella profondità delle tue parole.
#### 5. Equilibrio tra Vita e Morte
Riflettendo sui trapassati, esplora il significato della vita. La scrittura diventa un ponte tra l'esistenza e l'eternità.