Cantico dell’umiltà

08.11.2024


Ogni pittore del passato presente e futuro

Messo al mio confronto è un dittero

O se più vi piace moscerino

Perché l'audacia mia va oltre il mito

Oltre il destino

Ed il contrario non può essere

Essendo io tra gli uomini immortali

Il più uomo il più puro il più nefasto

Fissato negli dèi senza leggi scritte

Nulla in me v'è che gli uomini

Possano sentire

E tutto ciò che creo non cessa mai d'esistere

Come creato in abbondanza

Tra li pittori venni per primo

Primizia a un numero pari o se vuoi ad uno dispari

Senza principio nè misura

Colmo della falsità che affratella gli uomini

Divoratori d'oro e d'argento

Ve lo dico a voce più alta e chiaramente

Il primo dei Pittori il più famelico

Il primo a parlar chiaro come mai nessuno

Il primo a divenir misura d'oro

LA PORTA SPLALANCATA SUL FUTURO

Il gran RE della Pittura

Colui che il linguaggio fa sempre nuovo

Che abbraccia morte e vita in un sol sguardo

Colui che arde distrugge riedifica

Segnando nuove rotte d'alto della poppa

Il sortilegio arguto

Per voi bestemmiatori della vita

Per voi ciechi di cose celesti

Per voi meschini che vi massacrate per cupidigia

Avidi tra gli avidi pozzi senza fondo di bramosia Astuta

Ecco io vi parlo di cose divine

Di cose libere dal segreto

E anche se nulla rivelerò parlerò ugualmente

Quale uomo osò compiere tanto?

Nessuno nessuno nessuno.



TRADUZIARIO 


Il "Cantico dell'umiltà" è una potente riflessione sulla grandezza artistica e la consapevolezza del proprio valore. Questo poema esalta l'audacia dell'artista, la sua capacità di andare oltre i limiti del mito e del destino, affermando la sua posizione unica e immortale tra gli uomini.

Analisi del Cantico

Il poema sembra descrivere un artista che si percepisce come superiore a tutti i pittori del passato, del presente e del futuro. Questa superiorità non è solo artistica ma anche morale e spirituale. L'artista si vede come un essere quasi divino, con una missione trascendente che lo distingue dagli altri esseri umani, "Essendo io tra gli uomini immortali / Il più uomo il più puro il più nefasto".

Riconoscimento della falsità umana

Il testo evidenzia anche una critica alla falsità che accomuna gli uomini, descrivendoli come "Divoratori d'oro e d'argento". Questo contrasta con l'artista che, pur essendo "colmo della falsità", si erge al di sopra grazie alla sua capacità di creare opere che non cessano mai di esistere.

La visione dell'artista

L'artista si vede come una figura rivoluzionaria, capace di rinnovare continuamente il linguaggio e di segnare nuove rotte, "Colui che arde distrugge riedifica / Segnando nuove rotte d'alto della poppa". Questo processo di distruzione e ricostruzione simboleggia la continua evoluzione dell'arte e del pensiero creativo.

Invito alla riflessione

Il poema conclude con un'invettiva contro coloro che non riescono a vedere oltre il materiale e il superficiale, "Per voi bestemmiatori della vita / Per voi ciechi di cose celesti". L'artista si presenta come un portavoce delle "cose divine", capace di rivelare verità superiori e di parlare di argomenti elevati, anche quando nulla può essere rivelato apertamente.

Il "Cantico dell'umiltà" è un potente omaggio all'arte e alla grandezza dell'artista, che, attraverso la sua audacia e visione, si eleva al di sopra della comune umanità. Questa celebrazione della creatività e del genio artistico invita i lettori a riflettere sulla natura dell'arte e sull'importanza del riconoscimento autentico del valore e della bellezza.


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