en- Indignazione selettiva: perché rivolgere la nostra attenzione dove conta davvero

09/06/2024

IL REDAZIONALE


In un'epoca in cui i social media amplificano ogni voce e ogni opinione, è facile lasciarsi trascinare in un mare di indignazione su argomenti che, sebbene possano sembrare rilevanti, spesso distraggono da questioni di ben maggiore importanza. Prendiamo, ad esempio, la figura di Chiara Ferragni, un personaggio pubblico che, con la sua influenza digitale, cattura l'attenzione di milioni di persone. Le dinamiche che la riguardano, dai suoi outfit alla sua vita privata, diventano spesso oggetto di dibattito pubblico, suscitando reazioni di ogni tipo. Tralasciamo financo quanto accaduto ultimamente, non è al centro del nostro focus di concetto.

Veniamo a noi! Una domanda. Ma è giusto che tanta energia emotiva venga spesa per discutere le scelte di vita di una celebrità? Non sarebbe forse più costruttivo canalizzare questa passione verso temi che influenzano direttamente il benessere collettivo, come le politiche che regolano il nostro sistema sanitario nazionale, per esempio.

La distrazione mediatica

La cultura dell'indignazione che si concentra su celebrità e influencer è un chiaro esempio di distrazione mediatica. Mentre gli occhi sono puntati sulle vicende di personaggi come la Ferragni, decisioni politiche che hanno un impatto diretto sulla vita di tutti passano inosservate. La privatizzazione del sistema sanitario, ad esempio, è una questione che merita una discussione approfondita e informata, data la sua rilevanza nella garanzia di un diritto fondamentale: la salute.

Priorità nazionali

Il sistema sanitario nazionale è un pilastro della società, un servizio che dovrebbe essere accessibile a tutti, indipendentemente dallo status economico. Quando la politica intraprende azioni che minano questo principio, è lì che l'indignazione pubblica dovrebbe concentrarsi. È essenziale interrogarsi sulle conseguenze a lungo termine di tali politiche e sulle alternative possibili. In conclusione vogliamo dire che mentre è naturale essere attratti dalle storie dei personaggi pubblici, è cruciale riconoscere quando questa attenzione si trasforma in una distrazione politica, diremmo abbastanza becera, dai veri problemi. L'indignazione è una risorsa potente, ma solo quando è diretta verso obiettivi che possono realmente migliorare la società in cui viviamo. Dovremmo chiederci: su cosa vale davvero la pena indignarsi?


Avete rotto il cazzo con Chiara Ferragni. Sempre i nemici più facili scegliete. Ogni volta che c'è qualcuno a terra, subito i licaoni si avventano tronfi. Pubblicate copertine di merda su una sola persona, come se il "sistema beneficenza" qui da noi, fosse una roba buona e trasparente, come se il commercio, da noi, fosse una cosa pulita. Il vero problema, prima ancora che gli influencer, sono gli influenzati.

Natalino Balasso 
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Su una cosa non ci piove! L'indignazione è una risposta emotiva potente e spesso giustificata di fronte a situazioni che percepisci come ingiuste o immorali. In Italia, ci sono molteplici motivi che possono scatenare questa reazione, come le disparità sociali, la corruzione politica, le crisi ambientali e le violazioni dei diritti umani. L'indignazione può essere un catalizzatore per il cambiamento sociale, spingendo le persone ad agire e a richiedere riforme.

Seguire la verità, quindi, e supportare programmi di inchiesta che nel mainstream rappresentano una mosca bianca è fondamentale in una società democratica. Questi programmi spesso svelano verità nascoste e stimolano il dibattito pubblico su temi importanti. In Italia, programmi come "Indovina chi viene a cena", "Report", "Petrolio", "Presa Diretta" e "I Dieci Comandamenti" sono esempi di giornalismo investigativo che cerca di mantenere il potere in check e informare il pubblico su questioni che altrimenti potrebbero rimanere oscure.

Non dimentichiamo che la verità è il fondamento su cui si costruisce la fiducia nella società e nelle istituzioni. Quando i programmi di inchiesta portano alla luce fatti, misfatti e informazioni, permettono ai cittadini di prendere decisioni informate e di tenere i leader e gli artefici responsabili delle loro azioni. In questo modo, l'indignazione diventa non solo una reazione emotiva, positiva, ma anche un passo verso l'azione e il miglioramento della società.
Spero che questo spunto possa servire come punto di partenza per una riflessione più ampia sull'importanza di focalizzare l'attenzione e l'energia emotiva su questioni di maggiore rilevanza sociale e politica.

Vi ringraziamo per essere arrivati fino in fondo a questa lettura.

E' il minimo che potevamo fare, se possiamo contribuire a cambiare il mondo in meglio. Alla prossima!


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